PALERMO – Ars: ancora un rinvio. La seduta d’aula per incardinare la manovra e avviare la discussione dei disegni di legge bilancio e stabilità slitta a domani, gli uffici infatti sono ancora al lavoro per mettere a punto le tabelle e l’allegato tecnico al Bilancio.
A Palazzo dei Normanni, dove è in corso un vertice tra i capigruppo delle forze di maggioranza e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, serpeggia un malessere palpabile. Sarebbero soprattutto i deputati di Fratelli d’Italia ad alzare i toni dello scontro minacciando addirittura di non votare la manovra.
L’oggetto del contendere sono le numerose concessioni fatte alle opposizioni in termini di emendamenti aggiuntivi e di risorse da drenare. “Sembra una manovra scritta dalle opposizioni”, mastica amaro un deputato di centrodestra a taccuini rigorosamente chiusi. Insomma la “dottrina Falcone” a qualcuno proprio non va giù.
Che il clima non fosse dei migliori lo si era capito già questa mattina quando il presidente Galvagno aveva lanciato un appello dal palco dell’assemblea dell’Anci.
“In questa manovra ci sono emendamenti di carattere generale, presentati anche dai gruppi d’opposizione come quelli di De Luca e del M5s: norme di buon senso. Esiste purtroppo anche dell’altro. Ci sono emendamenti per i Comuni, ma non tutti i sindaci sono uguali, alcuni amministrano Comuni che hanno delle specificità e premiare quelle specificità non significare fare delle marchette.
Però se il principio è fare passare la manovra finanziaria con quattro stupidaggini, saremmo in difficoltà”, aveva detto. “Vanno difese le eccezionalità. Allora dico all’Anci: dite ai Comuni di rifiutare quei 30-50 mila euro previsti in alcuni emendamenti, perché non sono qualificanti”, aveva spiegato Galvagno.