Ars, via libera alla stretta |sui soldi per i gruppi - Live Sicilia

Ars, via libera alla stretta |sui soldi per i gruppi

Pubblicata la modifica del regolamento che rende operative le novità introdotte dalla legge sulla spending review. Le spese dei gruppi dovranno essere rendicontate dalla Corte dei conti. Novità anche per il consiglio di presidenza: non dovrà più rappresentare tutti i gruppi

Gazzetta ufficiale
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PALERMO – La legge per la spending review non era sufficiente. Per rendere perentorio l’obbligo (contenuto proprio nella legge regionale che ha recepito il decreto Monti) di rendicontare alla Corte dei Conti le spese dei gruppi, serviva una modifica del regolamento interno dell’Assemblea. Modifica introdotta dalla commissione regolamento 6 febbraio scorso e che è stata pubblicata oggi in Gazzetta ufficiale.

Tutti i gruppi parlamentari hanno avuto tempo fino al 14 febbraio per depositare negli uffici di Palazzo dei Normanni il rendiconto delle spese sostenute nel 2013. Una volta raccolti i documenti, il presidente Giovanni Ardizzone li invierà alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti che ne attesterà la regolarità.

Dopo l’esplosione del caso sulle “spese pazze” del parlamento, la norma mira a disciplinare le spese eliminando a monte la possibilità di compiere illeciti e prevede precise modalità e tempi nella gestione dei fondi. Alcuni capigruppo come quelli di Pd e Udc si erano già adeguati alle novità introdotte dal decreto Monti prima ancora che l’Ars le recepisse, nominando a inizio legislatura un revisore dei conti.

D’ora in poi, entro un mese dalla propria costituzione, ogni gruppo dovrà approvare un proprio regolamento interno che sarà inviato alla presidenza dell’Ars nei cinque giorni successivi. Nel regolamento dovranno essere indicati i responsabili della gestione amministrativa e contabile del gruppo, e dovranno essere regolate le modalità di gestione delle risorse messe a disposizione dall’Assemblea.

Trasferimenti che, con l’approvazione della legge che recepisce il decreto nazionale, sono stati drasticamente ridotti. Se fino a qualche mese fa, infatti, a ogni gruppo veniva assegnato un contributo mensile di 2.400 euro per deputato, la spending review ha tagliato questa somma portandola a circa 700 euro al mese, con un risparmio del 70 per cento. Dalla prossima legislatura, inoltre, l’Ars assegnerà annualmente a ciascun gruppo un contributo per le spese del personale che verrà determinato moltiplicando il numero dei deputati di ogni gruppo per il costo del lavoro di un dipendente. Sostanzialmente, Palazzo dei Normanni sborserà ogni anno le somme necessarie all’assunzione di un lavoratore per ogni parlamentare.

Due ‘capitoli’ che, però, saranno separati. I 2.400 euro al mese per deputato, infatti, rappresentano il contributo complessivo per le spese di funzionamento, ma l’Assemblea garantirà comunque ai gruppi una dotazione strumentale e logistica “per i servizi di assistenza e supporto”. E i fondi che l’amministrazione dell’Ars assegnerà ai gruppi dovranno essere rendicontati minuziosamente nei bilanci interni con indicazioni dei trasferimenti e con l’elenco delle misure adottate per garantire la tracciabilità dei pagamenti effettuati. Tutte le spese saranno autorizzate da ciascun capogruppo che ne sarà, quindi, responsabile.

Ma la modifica al regolamento interno dell’Assemblea interviene anche su un altro dei temi che ha fatto discutere molto, almeno negli ultimi mesi, tra le mura del Palazzo. Si tratta degli articoli che disciplinavano la presenza di rappresentati dei gruppi parlamentari in consiglio di presidenza. A proposito, uno specifico comma stabiliva che all’interno dell’organo collegiale “tutti i gruppi devono essere rappresentati”, e se – per qualche motivo – così non fosse stato, si sarebbe dovuto procedere “all’elezione di nuovi deputati segretari”. Regole che vengono abrogate. Ma a partire dalla prossima legislatura, e quindi – assicura il presidente Ardizzone – non ha nulla a che vedere con la polemica con il Movimento 5 Stelle che (non presente in Consiglio di presidenza da quando il vicepresidente Antonio Venturino ha lasciato i grillini) chiede da mesi di avere un posto che li rappresenti. “La norma – spiega il presidente dell’Ars – servirà a bloccare le deroghe: i componenti del Consiglio che saranno eletti in prima battuta, resteranno”.


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