PALERMO- “Siamo davanti all’ennesimo sfregio della politica. Ora, l’asilo di don Pino Puglisi è a rischio. Ognuno si confronterà con la propria coscienza”.
Maurizio Artale, presidente del Centro ‘Padre Nostro’ di Brancaccio, è fuori di sé. Il non voto sull’integrazione del piano triennale, in consiglio comunale, porta nuovamente alla ribalta della cronaca la struttura, ideata su progetto dello stesso Centro. Papa Francesco, nel corso della sua visita a Palermo, nel settembre del 2018, aveva benedetto l’iniziativa. Molte altre realtà, fra cui il quotidiano Avvenire, si sono impegnate.
Dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sono giunte, per la verità, parole rassicuranti: “Sull’integrazione del piano triennale, si tratta di una vicenda interna al Consiglio comunale, dove è legittimamente maturata, al di là di ogni altra possibile considerazione, la richiesta di approfondimenti che potranno essere adeguatamente resi alla ripresa dei lavori d’Aula, non essendovi peraltro scadenze vincolanti al 31 dicembre 2024″.
“In ogni caso, al fine di assicurare la continuità dei processi – ha detto il sindaco – il rup dell’opera ha già dato avvio alle procedure di gara, nel rispetto dell’articolo 5, comma 7 del nuovo codice dei contratti. Per quanto precede, ferma restando la richiesta del Consiglio comunale, nessun ritardo si registrerà nello svolgimento del procedimento di realizzazione dell’asilo intitolato alla memoria di padre Pino Puglisi, a Brancaccio”.
Artale, non sembra che l’asilo sia a rischio. Il sindaco Lagalla è stato chiaro.
“Intanto, è stato, come dicevo, uno sfregio che è stato mitigato, ancora una volta, grazie all’intervento del Comune e del sindaco. Altrimenti avrebbero affossato tutto. Ma il problema resta”.
Perché?
“Perché sarebbe stato essenziale mettersi a correre, per un’opera che Brancaccio attende da trentun anni. Invece tutto è passato, tranne questo”.
Qual è la sua preoccupazione?
“Che avremo una tempistica risicatissima. Se non stiamo dentro, c’è il pericolo di perdere il finanziamento. Deve andare ogni cosa al suo posto, non ci ci dovranno essere né ulteriori ritardi, né altri ostacoli”.
Ma perché la politica non riesce a unirsi sul punto?
“Forse perché nessuno può intestarsi il merito. Ci sono degli approfondimenti da fare? E quali? L’asilo è stato passato ai Raggi X. Il Consiglio ha gettato la maschera, nessuno è interessato davvero a Brancaccio e alla mafia che sfrutta l’ignoranza”.
Lei è proprio arrabbiato…
“Sì, questo è il progetto dell’asilo che stava a cuore al beato Pino Puglisi che, a parole, tutti dicono di onorare. E poi non seguono gesti concreti. Non è di Maurizio Artale, né di qualcun altro. Pensiamo soltanto ai bambini”.
Lei condivide la durissima lettera aperta dei familiari di padre Puglisi?
“Me l’hanno fatta leggere prima, mi hanno voluto coinvolgere perché, per loro, sono della famiglia. La sottoscrivo pure nelle virgole”.