Sull'edizione di Treapani Su “S” lo zoom sulla mafia di Alcamo|E in allegato il libro “Cose loro” di Redazione
Su "S", in edicola Il boom dei grandi centri commerciali | La Procura: “Rischio riciclaggio” di Redazione
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Su "S", in edicola da sabato Iacp, scoppia lo scandalo parentopoli | Ecco la mappa degli incarichi di Redazione
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Su "S" in edicola da sabato prossimo Il caso Aedilia Venusta, |sospetti e fughe dal Gruppo Venti di Redazione
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Da "S" in edicola, l'analisi Il silenzio dei mafiosi non è più d’oro? di Redazione di Antonio Ingroia - Un vecchio detto recita “Il silenzio è d’oro”. Mai detto fu più appropriato per la cultura mafiosa dell’omertà. È a questa legge che i mafiosi si sono sempre attenuti nella vita sociale e soprattutto nei processi. Mai visto un mafioso che risponde alle domande del pubblico ministero o del giudice. È un fatto, innanzitutto, ideologico e culturale. Rispondere alle domande del rappresentante dello Stato sarebbe come aprire un dialogo con uno Stato che invece non va riconosciuto
Da "S" in edicola, l'analisi Il silenzio dei mafiosi non è più d’oro? di Redazione di Antonio Ingroia - Un vecchio detto recita “Il silenzio è d’oro”. Mai detto fu più appropriato per la cultura mafiosa dell’omertà. È a questa legge che i mafiosi si sono sempre attenuti nella vita sociale e soprattutto nei processi. Mai visto un mafioso che risponde alle domande del pubblico ministero o del giudice. È un fatto, innanzitutto, ideologico e culturale. Rispondere alle domande del rappresentante dello Stato sarebbe come aprire un dialogo con uno Stato che invece non va riconosciuto
Da "S" in edicola, l'analisi Il silenzio dei mafiosi non è più d’oro? di Redazione di Antonio Ingroia - Un vecchio detto recita “Il silenzio è d’oro”. Mai detto fu più appropriato per la cultura mafiosa dell’omertà. È a questa legge che i mafiosi si sono sempre attenuti nella vita sociale e soprattutto nei processi. Mai visto un mafioso che risponde alle domande del pubblico ministero o del giudice. È un fatto, innanzitutto, ideologico e culturale. Rispondere alle domande del rappresentante dello Stato sarebbe come aprire un dialogo con uno Stato che invece non va riconosciuto