"La Chiesa ha di fronte | sfide nuove" - Live Sicilia

“La Chiesa ha di fronte | sfide nuove”

Intervista a Giuseppe Savagnone, palermitano, scrittore, docente e direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della cultura di Palermo.

Perché il Papa lascia il Pontificato? Si è parlato degli scandali, dallo Ior, a Vatileaks, e del conflitto fra il Papa e blocchi di potere in Vaticano…

Io credo il motivo non sia nessuno di questi: si tratta di un atto di onestà di un uomo sfinito. Chi lo ha incontrato recentemente ha parlato di un uomo logorato. Il Papa ha sentito che perdeva il polso della situazione, che non aveva più la forza fisica per tenere testa alla mole di impegni e di responsabilità che il suo ruolo comporta. D’altra parte, si è sempre intuito che Ratzinger non fosse tagliato per questi compiti: è sempre stato un intellettuale.

 Da chi deve essere salvata la Chiesa? O da cosa?

Senza drammatizzare eccessivamente, si può affermare che la Chiesa deve affrontare sfide nuove, inedite come accade in ogni momento di crisi, di cambiamento. Oggi la Chiesa sta avendo delle difficoltà a riconquistare la sua giovinezza: il Papa ha capito che non poteva essere lui a interpretare questa spinta creativa e di rinnovamento e ha auspicato che altri potessero farlo. È un gesto di portata storica, che mette al centro la Comunità di cui il Papa si presenta come servitore.

 Sembra che la decisione fosse presa da tempo, come mai allora questo annuncio così a sorpresa?

È stato sempre uomo solo, ha stentato a trovare persone di cui circondarsi. Ma le interpretazioni che indicano complotti e intrighi all’origine di questa solitudine sono assurde, fantapolica.

 C’è chi parla di umiltà, chi di coraggio: qual è la cifra di questo gesto secondo Lei?

È un atto di onestà intellettuale, di grande coraggio.

 Quale impatto potrà avere questo gesto sulle coscienze dei fedeli? E sulla Chiesa?

Sarà un trauma, ma è un bene: le coscienze dei fedeli sono troppo sonnacchiose! I fedeli devono capire che la Chiesa non è il Papa: ciascuno ha la responsabilità della Chiesa, il Papa è un essere umano.

Questo cambia l’idea stesso del pontificato come istituzione? O anche l’idea di potere?

Cambia notevolmente: da monarca, il Papa diventa o torna ad essere un servitore della Chiesa. Con la sua fragilità.

Ma ci si può ‘dimettere’ dal pontificato: si fa il Papa o si è Papa? Come si conciclia la fede, e quindi l’affidarsi alla volontà di Dio, con una decisione che mette in primo piano la volontà del singolo, la sua debolezza, la sua coscienza?

La volontà di Dio non è un destino scritto in anticipo. Essa interpella il singolo e si manifesta nelle situazioni. È stata la volontà di Dio che abbia accettato il pontificato, ed è volontà di Dio che ora si ritiri.


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