"Ascolteremo i loro bisogni| Non abbiamo deciso nulla" - Live Sicilia

“Ascolteremo i loro bisogni| Non abbiamo deciso nulla”

Le 150 persone che vivono al campo rom della Favorita vogliono vivere in una casa. La nuova amministrazione cittadina li ha incontrati alla scuola De Gasperi. L'assessore alle Politiche sociali Agnese Ciulla (nella foto) non dà per scontato che debbano andar via dalla Favorita.

L'INCONTRO con la comunità Rom
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L’assessore alle Politiche sociali Agnese Ciulla è categorica: “Non abbiamo intenzione di dare per scontato il fatto che i rom se ne dovranno andare dalla Favorita. Non abbiamo deciso nulla. Prima dobbiamo ascoltare i loro bisogni”. È questo il punto di partenza dell’amministrazione Orlando, che oggi ha incontrato le due comunità rom, che da anni vivono nel polmone verde di Palermo.

L’assemblea è avvenuta nella sede del circolo didattico “A. De Gasperi” in piazza Papa Giovanni Paolo II. Un luogo simbolo dell’integrazione tra la comunità e i palermitani. “I bambini sono qui da vent’anni, con noi si trovano, bene sono i nostri cuccioli” spiega il dirigente scolastico Maria Giovanna Granata, che sull’ipotesi di trovare un’altra sistemazione alle comunità avverte: “Vorremmo che non venissero considerati come dei pacchetti, come dei giocattoli o dei libri da spostare da uno scaffale all’altro. I bambini hanno seguito un percorso formativo elaborato e anche noi abbiamo commesso degli sbagli dai quali abbiamo imparato”.

“L’ inserimento in altre scuole – conclude il dirigente scolastico – va fatto gradualmente, facendolo precedere con una formazione adeguata sia ai docenti che ai bambini”. E dello stesso parere sono anche le mamme dei bambini rom: “I miei figli – spiega una di loro – avrebbero paura a cambiare scuola. Gli altri bambini li chiamerebbero zingari. Qui ci conoscono tutti e ci trattano come gli altri” spiega Silvana Ibrahim.

Da quel campo, però, i rom se ne vogliono andare. E non per vagabondare. “Vogliamo una casa perché siamo umani e non animali. Basta con il campo: troppa sporcizia, ci sono topi, non c’è acqua e c’è così caldo desertico” si sfoga la donna, nata in Italia trentanni fa. “Ho quattro figli nati tutti e quattro in Italia. Due sono divenuti cittadini italiani veri. Io ho nel 2016 avrò la cittadinanza”.

Ecco perché “non sono nomadi. Infatti noi non li chiamiamo nomadi. Sono cittadini Palermitani e come i cittadini palermitani dovranno godere degli stessi diritti. Le loro condizioni di disagio dovranno essere pari a quelle degli altri cittadini di Palermo” spiega Giusto Catania, assessore alla Partecipazione.

Ma le domande sono tante: “Se ci danno una casa, noi però non abbiamo un lavoro. Come possiamo pagarla?”. E ancora: “Non riusciamo neanche a comprare i libri per i nostri figli”. Catania ammette: “Questa situazione – spiega – va avanti da anni. Noi non abbiamo la bacchetta magica”. Ma sulle linee guida dei possibili interventi non ha dubbi: “Se i rom hanno esigenze sociali, lavorative e abitative dei cittadini palermitani – dice Catania – allora dovremo cercare di trovare una soluzione a quelle esigenze. Pensando però al bene di tutta la città”.


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