L’assessore alle Politiche sociali Agnese Ciulla è categorica: “Non abbiamo intenzione di dare per scontato il fatto che i rom se ne dovranno andare dalla Favorita. Non abbiamo deciso nulla. Prima dobbiamo ascoltare i loro bisogni”. È questo il punto di partenza dell’amministrazione Orlando, che oggi ha incontrato le due comunità rom, che da anni vivono nel polmone verde di Palermo.
L’assemblea è avvenuta nella sede del circolo didattico “A. De Gasperi” in piazza Papa Giovanni Paolo II. Un luogo simbolo dell’integrazione tra la comunità e i palermitani. “I bambini sono qui da vent’anni, con noi si trovano, bene sono i nostri cuccioli” spiega il dirigente scolastico Maria Giovanna Granata, che sull’ipotesi di trovare un’altra sistemazione alle comunità avverte: “Vorremmo che non venissero considerati come dei pacchetti, come dei giocattoli o dei libri da spostare da uno scaffale all’altro. I bambini hanno seguito un percorso formativo elaborato e anche noi abbiamo commesso degli sbagli dai quali abbiamo imparato”.
“L’ inserimento in altre scuole – conclude il dirigente scolastico – va fatto gradualmente, facendolo precedere con una formazione adeguata sia ai docenti che ai bambini”. E dello stesso parere sono anche le mamme dei bambini rom: “I miei figli – spiega una di loro – avrebbero paura a cambiare scuola. Gli altri bambini li chiamerebbero zingari. Qui ci conoscono tutti e ci trattano come gli altri” spiega Silvana Ibrahim.
Da quel campo, però, i rom se ne vogliono andare. E non per vagabondare. “Vogliamo una casa perché siamo umani e non animali. Basta con il campo: troppa sporcizia, ci sono topi, non c’è acqua e c’è così caldo desertico” si sfoga la donna, nata in Italia trentanni fa. “Ho quattro figli nati tutti e quattro in Italia. Due sono divenuti cittadini italiani veri. Io ho nel 2016 avrò la cittadinanza”.
Ecco perché “non sono nomadi. Infatti noi non li chiamiamo nomadi. Sono cittadini Palermitani e come i cittadini palermitani dovranno godere degli stessi diritti. Le loro condizioni di disagio dovranno essere pari a quelle degli altri cittadini di Palermo” spiega Giusto Catania, assessore alla Partecipazione.
Ma le domande sono tante: “Se ci danno una casa, noi però non abbiamo un lavoro. Come possiamo pagarla?”. E ancora: “Non riusciamo neanche a comprare i libri per i nostri figli”. Catania ammette: “Questa situazione – spiega – va avanti da anni. Noi non abbiamo la bacchetta magica”. Ma sulle linee guida dei possibili interventi non ha dubbi: “Se i rom hanno esigenze sociali, lavorative e abitative dei cittadini palermitani – dice Catania – allora dovremo cercare di trovare una soluzione a quelle esigenze. Pensando però al bene di tutta la città”.