Nella partita a scacchi per la definizione degli schieramenti che si affronteranno a Palermo, i giochi non sono ancora fatti. L’attesissima prima uscita pubblica di Massimo Costa da candidato sindaco ha rinviato nel campo dei partiti la palla sulla decisione rispetto alle alleanze. E subito nel Terzo polo sono riaffiorate le profonde divisioni sull’atteggiamento da tenere nei confronti del Pdl. Gianpiero D’Alia con la sua Udc continua a darsi da fare per tenere aperto lo spiraglio ai berluscones, per una coalizione di salute pubblica, “fuori dai vecchi schieramenti”, che sul nome di Costa apra al Pdl. Per sparigliare, il leader centrista su livesicilia butta un pronostico al veleno, sostenendo che in caso di vittoria alle primarie di Fabrizio Ferrandelli, Lombardo potrebbe cambiare cavallo per compiacere Beppe Lumia. Ipotesi prontamente smentita dallo stesso Ferrandelli.
Insomma, i casiniani, sempre ai ferri corti con Lombardo, continuano faticosamente a tessere la sempre più esile trama che potrebbe portare il Pdl ad accodarsi alla candidatura di Costa evitando ai berluscones il rischio di una corsa (quasi) in solitaria che si potrebbe tradurre in una clamorosa e dolorosa sconfitta. Scenario che tanto piacerebbe a Lombardo e soprattutto ai finiani, pronti a brindare all’inizio della fine degli ex compagni di partito e determinati al massimo a sprangare le porte (lo ha fatto ancora oggi pomeriggio Alessandro Aricò) a ogni ipotesi di intesa con Alfano e Schifani. Che sono poi, a Roma, le teste di ponte dell’ala “lealista” verso il governo Monti nel Pdl, i leader delle “colombe” con le quali l’Udc vuole tenere un dialogo aperto per favorire le riforme nell’ottica della nascita di un nuovo soggetto politico dei moderati. Un cammino che si complicherebbe se invece a Palermo Alfano dovesse rimediare un ceffone, che non dispiacerebbe forse ai “falchi” del partito.
Angelino, dal canto suo, oggi si è mosso. C’è stato l’incontro con Gianfranco Miccichè, annunciato sabato: un faccia a faccia che Alfano ha definito “sereno e costruttivo”. Con qualche esito? Presto per dirlo. Le speranze dei berlusconiani, insomma, restano ancora aggrappate proprio a Grande Sud e Udc. E all’auspicio di strapparli a Lombardo. E visto che la percorribilità della strada che porta a una convergenza su Costa appare oggi molto ardua, ad Alfano non resterà che scegliere un proprio candidato, Cascio o non Cascio. “A breve il Popolo della Libertà esprimerà il proprio candidato. Sarà una candidatura certamente autorevole”, ha detto in serata il neosegretario provinciale Francesco Scoma. Un annuncio seguito a stretto giro di posta alla fine del summit Alfano-Miccichè. Coincidenze?