PALERMO – L’ultimo assalto armato tre sere fa nel cuore del centro storico. Uno dei malviventi impugnava un pistola. L’ha puntata contro il titolare di un negozio di alimentari in via Maqueda e si è fatto consegnare i soldi dell’incasso. Mille e cinquecento euro, ma a Palermo si entra in azione con le armi in pugno anche per molto meno. Risale soltanto ad una settimana fa la rapina ai danni di una tabaccheria che si trova lungo la stessa strada.
Il commando ha fatto irruzione nel negozio con un fucile a canne mozze ed è scappato con poco più di trecento euro e stecche di sigarette, poi recuperati dalla polizia che ha rintracciato in poco tempo i rapinatori, finiti in manette. Nella zona gli assalti armati si replicano. Nelle ultime settimane sono finite nel mirino diverse attività commerciali e non sono mancate le rapine ai danni di turisti e passanti. Nei negozi i malviventi concretizzano piani ben studiati, minacciano titolari e dipendenti con armi da fuoco. Coltelli, taglierini e addirittura spranghe o mazze da baseball, sono invece stati utilizzati per le aggressioni in strada.
A partire da quella nei confronti di una turista inglese, bloccata i primi di febbraio all’altezza di via Divisi da un uomo che l’ha minacciata con un’arma da taglio. Pochi giorni dopo, un’altra rapina è stata messa a segno in via Maqueda ai danni di un Money Transfer che si trova nei pressi di Palazzo Comitini. Quattro banditi incappucciati e armati di pistole hanno seminato il panico. In cassa c’erano parecchi contanti, circa diecimila euro, i risparmi di diversi extracomunitari che avrebbero dovuto inviare il denaro alle proprie famiglie.
Soltanto ventiquattro ore prima, il vero e proprio “colpaccio”: nella tabaccheria all’angolo con via del Bosco un rapinatore solitario ha puntato contro il titolare una pistola e si è fatto consegnare l’incasso di una settimana, novantamila euro. Insomma, un susseguirsi di assalti che fa crescere l’allarme sicurezza in città, in cui la polizia ha rilevato, nel corso dell’ultimo anno, un aumento del numero delle rapine. Proprio in seguito all’escalation del fenomeno la Questura di Palermo ha intensificato i controlli nel quadrilatero più critico, ovvero dalla stazione centrale al Politeama, passando per il Foro Italico e la zona di via Lincoln, dove un anno e mezzo fa i malviventi sono entrati in azione armati di pugnali: è il caso dell’assalto in una profumeria, dove il titolare e le commesse sono stati sequestrati in bagno.
Più recente la rapina ad un negozio di corredi in via Roma, dove due uomini hanno minacciato la cassiera con una pistola. Soltanto alcuni giorni fa, l’aggressione ad un uomo che stava tornando a casa dalle parti del Policlinico: il malvivente gli ha puntato una siringa. “Al lavoro, anche nelle ore notturne, ci sono le nostre volanti e gli agenti in abiti civili – spiegano dalla questura – oltre ai poliziotti di quartiere. Questi ultimi sono presenti soprattutto nella zona centrale della città, via Maqueda compresa. Purtroppo il numero dei colpi è maggiore proprio nel centro storico, ma l’area è sempre più presidiata anche dai “falchi”, che lo scorso sabato hanno colto sul fatto i rapinatori armati di fucile. Spesso si tratta di rapine messe a segno nel giro di pochi minuti, di fughe immediate tra i vicoli e l’intervento dei poliziotti in motocicletta diventa fondamentale”.