Comune, ore di passione | Il Palazzo sotto assedio - Live Sicilia

Comune, ore di passione | Il Palazzo sotto assedio

Gesip, non passa la delibera
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Un’altra giornata di passione per Palazzo delle Aquile, cominciata con il taglio di 5,1 milioni da parte della Regione che mettono a rischio il bilancio, continuata con il definitivo affossamento della delibera Tarsu e terminata con la protesta dei lavoratori Gesip fra urla, spintoni, sputi e cordoni delle forze dell’ordine che hanno dovuto scortare i consiglieri in una piazza Pretoria sotto assedio. Momenti di tensione che hanno seguito una concitata seduta del consiglio comunale, sciolta per mancanza del numero legale solo nel pomeriggio dopo un rincorrersi di voci sul Consiglio dei Ministri e il piano salva-Gesip, con le opposizioni uscite dall’Aula e il centrodestra a ranghi ridotti.

La giornata non era certo cominciata nel migliore dei modi. La legge approvata ieri all’Ars sui fondi di riserva faceva temere, fino a ieri sera, che il contributo per Palermo fosse sceso da 14 a tre milioni o addirittura a zero. Il Consiglio, aggiornato a stamane, aspettava una comunicazione da parte degli uffici regionali ma intorno a mezzogiorno ecco la doccia gelata: non solo non ci sono soldi nella legge approvata da Palazzo Reale, ma addirittura gli stanziamenti regionali del fondo delle autonomie locali diminuiscono di cinque milioni rispetto allo scorso anno, passando da 50 a 45. Uno shock per assessori e consiglieri, dal momento che i soldi risultavano già calati nel bilancio di previsione.

Per evitare lo squilibrio sarebbero serviti i soldi provenienti da una delibera di aumento del coefficiente di copertura della Tarsu, che però non è passata nonostante oggi scadessero i termini. Il centrodestra aveva proposto una mediazione: anziché aumentare la copertura a 1, il coefficiente sarebbe passato da 0,92 a 0,96 per il 2011 (circa 4,4 milioni di euro) e a 0,99 per il 2012, evitando la copertura totale che avrebbe tramutato la Tarsu in Tia. Una proposta che sembrava convincere alcuni esponenti delle opposizioni, almeno fino a quando la seduta si è surriscaldata in seguito all’intervento di Giovanni Lombardo, consigliere del Pdl vicino al ministro Angelino Alfano. Presa la parola, l’esponente della maggioranza ha infatti annunciato che il Consiglio dei Ministri riunito alle 15 avrebbe potuto esitare il piano salva-Gesip.

Una dichiarazione che ha mandato all’aria i piani del centrodestra, inferocito nei confronti del collega che adesso rischia provvedimenti disciplinari, e convinto le opposizioni a rifiutare qualunque mediazione, uscendo dall’Aula e facendo mancare il numero legale. Adesso la giunta dovrà abbassare le aliquote Tarsu restituendo i soldi ai cittadini e in bilancio saranno due le emergenze da affrontare: il buco da cinque milioni e i soldi da restituire alla Protezione Civile (altri cinque milioni entro dicembre), che il sindaco contava di reperire proprio dalla delibera Tarsu. Con il sociale all’asciutto e i teatri che temono altri tagli, Sala delle Lapidi dovrà trovare in bilancio i fondi necessari ad evitare lo squilibrio sperando che entro il 16 luglio il governo nazionale trovi il modo di salvare la Gesip: trovare i fondi per un’altra proroga, infatti, sarebbe un’impresa impossibile.

Una soluzione potrebbe essere rappresentata dagli avanzi contabili del 2010, anticipando l’approvazione del rendiconto, già commissariato, rispetto al bilancio di previsione 2011: peccato che l’atto non sia stato ancora predisposto dal Ragioniere generale e che prima dovrebbe avere il parere dei Revisori dei Conti. Il Consiglio dei Ministri ha però prorogato al 31 agosto il termine per l’approvazione dei bilanci comunali, il che dà ancora parecchio tempo a Sala delle Lapidi per correre ai ripari.

Al termine della seduta si è scatenata la protesta di una cinquantina di lavoratori Gesip, convinti che il consiglio stesse trattando della loro società e che la delibera Tarsu sarebbe servita all’azienda. Consiglieri asserragliati dentro il Palazzo e forze dell’ordine a presidio di una piazza che in pochi minuti si è surriscaldata, con urla, spinte, calci e qualche sputo che hanno avuto come destinatario esponenti delle opposizioni. Soltanto dopo un’ora circa i consiglieri sono riusciti a lasciare Piazza Pretoria, ma la protesta sembra non si fermerà qui. Il nuovo bersaglio sarà però l’Ars, colpevole di aver bocciato la norma salva-Gesip. A tal proposito, il presidente della commissione Bilancio di Palazzo dei Normanni Riccardo Savona ha precisato: “La Regione è pronta ad anticipare le risorse necessarie per garantire i dipendenti della Gesip, non è giusto che i lavoratori paghino per gli sprechi dell’amministrazione comunale, tanto più che si tratta di risorse che provengono dai tributi dei cittadini”.


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