Si facevano timbrare il cartellino e andavano in giro a sbrigare le faccende private. Nove dipendenti dell’ospedale Villa Sofia di Palermo sono stati rinviati a giudizio per truffa dal giudice per l’udienza preliminare Ferdinando Sestito. Tra di loro c’è anche il medico dello staff sanitario del Palermo Calcio, Roberto Matracia.
Il prossimo 4 ottobre prima udienza del processo anche per Carmela Termini, infermiera, Antonino Calandra, tecnico ortopedico, Antonino Gagliano, tecnico di radiologia, Anna Salamone, collaboratrice amministrativa, Adriana Testa, coadiutore amministrativo, Maria Concetta Maggiore, coadiutore amministrativo, Maria Maggio, infermiera, Angelo Di Maggio, tecnico ortopedico. Patrizia Pecoraro, coadiutore amministrativo a tempo determinato, ha chiesto di patteggiare una condanna a dieci mesi. Si deciderà il prossimo 20 settembre. I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni nell’ottobre scorso controllarono i movimenti del personale, su delega del pubblico ministero Maurizio Agnello e con tanto di pedinamenti e telecamere. E scoprirono che gli orari di ingresso e uscita dal lavoro sarebbero stati “piuttosto elastici”. Si arrivava con calma in ufficio e si andava via in anticipo in modo da potere sbrigare faccende personali. Della serie andare dal barbiere, sorseggiare un caffè al bar o leggere il giornale.
I dipendenti furono subito sospesi su decisione del manager Salvatore Di Rosa che si è costituito parte civile al processo. Adesso, alla luce del nuovo passaggio dell’inchiesta, la commissione disciplinare valuterà eventuali nuovi provvedimenti.
