Oggi la quarta visita per accertare il diritto ad avere i benefici della legge 104 per la mia bambina invalida, autistica grave di nove anni.
Tante parole in questi giorni ma la causa e la battaglia legale devono andare avanti, apprezzo infinitamente le parole dell’assessore alla Salute su Livesicilia. In questi giorni gli scriverò una lettera personale con l’auspicio che, visti i lodevoli e parrebbe sinceri propositi intervenga duramente a difendere la causa che pare essere la cartina tornasole del suo mandato di assessore: la legalità.
Oggi alle ore undici, per la quarta volta hanno voluto vedere la mia bambina presso la sede Inps di Palermo, dico solo che alla fine del calvario di questa giornata la mia bambina ha un braccio nero per i morsi continui che si è data durante i tempi di attesa di una visita illegittima in una stanzetta angusta e piena di gente , e sporca molto sporca. Siamo arrivate lì alle dieci. Siamo entrate alle dodici e trenta.
Che rabbia combattere con me stessa nel sapere che la mia condizione lavorativa e la condizione sociale della mia bambina mi consentivano con una telefonata ed una richiesta di cortesia personale di evitare tutto questo calvario alla mia bambina. Ma no, mille e un milione di volte no, i diritti non sono favori, i diritti vanno rispettati, e così eccola li a vederla piangere in quel manicomio, calvario infinito in cui pare davvero che Cristo si sia fermato ad Eboli. Faccio presente al mio arrivo che la mia bambina è minorenne ed ha il diritto di essere visitata a parte e per prima con gli altri minori, la signora dell’accettazione in quel tam tam mi dice che hanno fatto presente al dottore quanto le ho detto. Ma niente, io le credo e la ringrazio perche guardava la mia bambina piangere con gli occhi sinceri dell’impotenza, l’ha vista darsi morsi, pugni e pregarmi in ginocchio di andare a casa a fare il bagnetto.
Premetto che il punto non è solo il disservizio misto allo schifo ed alla disumanità, il punto è che da un anno la mia bambina è già stata dichiarata invalida, che doveva fare 104 e invalidità insieme e che nessuna legge ammette alla sua riverifica. Spero con il cuore che del gettone di presenza guadagnato oggi sulla pelle della mia bambina questa gente faccia beneficenza, spero che la politica e le istituzioni smettano di occuparsi di bagarre e falsi problemi e riportino al centro i veri problemi, i veri bisogni.
Entriamo alle dodici e trenta, due uomini in una stanzetta mi chiedono solo qualche fotocopia, io voglio i loro nomi e i loro cognomi, scoppio a piangere davanti a loro, mia figlia è impazzita, dico loro che è minorerenne che dovevano chiamarla prima, mi prendono per pazza, si incassano quattro fotocopie e mi mandano via. Ho chiamato il presidente dell’Inps, forse l’ho toccato al cuore, si vuole impegnare, ringrazio la Cgil nella persona meravigliosa del suo segretario Calà, sta facendo quanto in suo potere per evitare i calvari di altri bambini ed anche lui ha chiamato il direttore dell’Inps.
Io non mi fermo, il comitato dei genitori “L’autismo parla” non si ferma, ho gia preparato il tutto per la denuncia, il calvario della mia bambina deve servire a fare giustizia per gli altri. I genitori si costituiranno parte civile con le loro storie a questo processo, andremo avanti e prego i media per una volta di non occuparsi di vallette e bagarre ma di ridare valore alla dignità dell’informazione. Questa per il momento è l’unica risposta che posso dare all’assessore Russo cui rinnovo la richiesta di stare al nostro fianco. Resta l’amarezza del braccio nero della mia bambina frutto di morsi, per quello c’è una crema per il suo cuore e i suoi diritti calpestati, l’amore infinito di una madre che non ha paura.
Rosi Pennino