Un cartello di associazioni “verdi” fa ricorso al Tar contro l’assegnazione dell’appalto per la raccolta differenziata a Catania al gruppo Ipi–Oikos. A far insorgere le componenti regionali e catanesi di WWF, Legambiente e Rifiuti Zero sono le modalità di espletamento della raccolta contenute nel capitolato d’appalto risalente al 2008. Dopo una lunga trafila burocratica la differenziata dovrebbe partire a fine mese, ma per l’associazionismo si tratterà di un servizio che non rispetterà le normative in materia di riciclo.
Infatti, esaminando il capitolato, emerge che la percentuale di differenziata che si intende raggiungere è del 36% entro il 2015. Inoltre non è stato previsto il servizio di raccolta porta a porta, ma continuerebbero a esistere i cassonetti in giro per la città. Per Paolo Guarnaccia, esponente di Rifiuti Zero Sicilia “il capitolato d’appalto è superato dalla legge regionale n.9 dell’aprile 2010 che impone l’obbligo di raggiungere il 65% di differenziata entro il 2015 privilegiando la raccolta integrata attraverso il porta a porta”.
Già lo scorso dicembre le associazioni avevano inviato una diffida al Comune relativamente all’appalto e a breve dovrebbe pronunziarsi il Tar. La richiesta è quella di rivedere le condizioni del capitolato e adeguarlo alla normativa attuale, eliminando i cassonetti e favorendo la raccolta porta a porta. Secondo Rifiuti Zero, attraverso un adeguamento a un impianto di trattamento etneo, sarebbe possibile recuperare il 40% dei rifiuti organici, oltre al 40% del “secco” riciclabile e così solo il restante 20% andrebbe in discarica. Ma anche in questo caso potrebbero esserci, con adeguate campagne di sensibilizzazione, cicli virtuosi per il resto dei rifiuti.
Il rischio, dunque, è il lievitare dei costi in bolletta all’alba del nuovo appalto che per 180 milioni di euro e per i prossimi cinque anni dovrebbe portare la città verso un ciclo dei rifiuti sostenibile. Ma per le associazioni quest’appalto propone un modello ormai vecchio.
«I tributi sui rifiuti, e questo è dimostrato – afferma Sebastiano Spina di Rifiuti Zero Catania – diminuiscono con il porta a porta. Dove non si adotta questo metodo si paga di più. E non è una questione di cittadinanza a determinare il funzionamento della raccolta, ma dipende dalle azioni delle amministrazioni locali. Abbiamo, in provincia di Catania, un esempio di comune virtuoso sotto il profilo ambientale come Aci Bonaccorsi».
L’intenzione del Comune di Catania sarebbe quella di eliminare gradualmente i cassonetti, ma ancora siamo all’anno zero della differenziata. La città del vulcano è ancora inchiodata al novantanovesimo posto delle classifiche nazionali.