PALERMO – Assolti perché il fatto non costituisce reato. La corte d’appello di Palermo rovescia il verdetto di primo grado che aveva condannato i medici Fabrizio Franco, Ferdinando Carollo e Sergio Vaccaro per omicidio colposo. Il caso riguardava Luca Ragusa, fattorino di una pizzeria, morto a 22 anni a causa di un incidente stradale avvenuto il 25 ottobre 2005. Trasportato d’urgenza all’ospedale Villa Sofia di Palermo, dopo un esame di ossosintesi, è stato dirottato dall’ortopedico Fabrizio Franco alla casa di cura Triolo Zancla per mancanza di posti letto. Per questo fatto, al medico era stato contestato anche il falso ideologico, accusa da cui è stato assolto.
Apparentemente, oltre una serie di fratture scomposte, il giovane non sembrava versare in condizioni gravissime. L’intervento chirurgico era già stato programmato ma, nel giro di 24 ore, invece, Ragusa è morto a causa di una embolia adiposa: si tratta del distacco di masse grasse dal midollo che, messe in circolo nel sangue, causano l’arresto cardiaco. I pm, a seguito della denuncia dei familiari, disposero l’autopsia e la consulenza tecnica concluse che era stata perpetrata una condotta colposa per aver omesso di agire nelle 24 ore.
La difesa, sostenuta dagli avvocati Stefano Santoro, Andrea Crescimanno e Francesca Romana De Vita, propose appello puntando sulla relazione dei consulenti di parte – il medico legale Nunzia Albano e l’ortopedico Michele D’Arienzo – che non sarebbe stata tenuto in debita considerazione dal giudice monocratico Fabio Licata, così come parte della stessa perizia dei consulenti del pm, in cui si evinceva che l’esordio dell’embolia adiposa (pur essendo abbastanza frequente in casi di frattura di bacino o arti inferiori) avviene entro 46 ore dal trauma. Il collegio giudicante, presieduto da Biagio Insacco, ha dato ragione alla difesa ed è quindi scattata l’assoluzione piena per i medici Franco, Vaccaro e Carollo, precedentemente condannati, rispettivamente, a un anno, un anno e sei mesi e un anno.
I familiari Giuseppe, Stefano, Francesco e Alessia Ragusa, si erano costituiti parte civile e si erano ritirati dopo che l’assicurazione aveva liquidato il risarcimento. La compagnia assicurativa ha tentato di rivalersi sui medici ma, alla luce della sentenza odierna, dovrà fare a meno della sua azione legale.