Assunti in imprese fantasma | I clandestini arrivano in Sicilia - Live Sicilia

Assunti in imprese fantasma | I clandestini arrivano in Sicilia

Un frame delle riprese dei carabineiri

L'inchiesta della Procura di Palermo e dei carabinieri di Palermo fa emergere le falle nel sistema.

PALERMO – “… aveva il braccialetto qua nel piede… e oggi gliel’hanno levato”, diceva Giuseppe Giangrosso. Era felice per l’amico, Dario Vitellaro, e per gli affari che progettavano. Il loro obiettivo era fare giungere dei clandestini in Sicilia, facendo finta di assumerli in una ditta compiacente.

L’inchiesta della Procura e dei carabinieri di Palermo fa emergere, ancora una volta, le falle nel sistema dell’accoglienza dei migranti, in questo caso gestita da un’associazione criminale lungo l’asse Sicilia-Balcani. I palermitani Giangrosso e Vitellaro fanno parte dell’elenco dei dieci fermati di ieri assieme a Fatmir Ljatifi, considerato la mente della banda.

Giangrosso aveva ricevuto il compito di agganciare Vitellaro, piccolo imprenditore già finito nei guai nel 2016 quando i carabinieri di Patti lo inserirono in un gruppo che clonava carte di credito per svuotare i conti correnti di ignare persone in giro per il mondo.

Il fatto di trovarsi agli arresti domiciliari nella sua casa di viale Regione siciliana non ha impedito a Vitellaro di dare il proprio contributo. “… ho parlato di quella cosa… tutto a posto – diceva Giangrosso a Ljatifi – per ora io faccio la qualunque, mi fa dice, perché mi servono soldi… vabbè, nel senso che lui ha la ditta, capito?”. Ed ecco spiegato lo stratagemma: “… ha la ditta lui, dice ora se se questa cosa dice tu me la porti a… che si fa, io vado ad affittare il locale, ci metto le scrivanie tutte cose, che se viene un controllo, che loro… dove lavorano? in via tot. numero tot., dice loro vengono e vedono se c’è la la ditta, se invece… se invece no… non c’è questo, quando loro vengono a controllare e non trovano, non trovano l’azienda a me mi bruciano la la ditta e passo i guai… perciò, mi ha detto, questa cosa la possiamo fare subito… e un’altra cosa, a a dividere, dice perché dice io non sono solo mi fa, dice, due voi e tre lui, perché lui ha la ditta e la persona della ditta”.

I cittadini extracomunitari, una volta ottenuto il permesso di soggiorno, grazie allo stratagemma dell’impresa fantasma, avrebbero versato “3.000 (tre mila) ora, altri 3.000 quando gli esce … “ il documento. Poi Ljatifi entrava nei dettagli operativi: “… mi hanno chiamato, sono disponibili cinque persone per venire qua….e come facciamo?… lui mi ha detto, tre persone sono arrivate a casa, sono disponibili, e due sono in altra parte e sono cinque, come facciamo noi? come vogliamo fare? perché io gli ho detto stop, prima devo andare a parlare con amico mio… facciamo a Bolognetta… possiamo affittare un casa villa…”.

Impossibile sapere quanti clandestini siano transitati in Sicilia per poi raggiungere il nord Italia e altri stati europei. C’è però la conferma degli arrivi. Il 02 novembre 2017 Ljatifi è stato intercettato in Macedonia mentre intascava 500 euro da un tale Bejkin che doveva entrare in Italia.

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