"Ast, assunzioni e politici: ho risanato, vi dico tutto" - Live Sicilia

“Ast, assunzioni e politici: ho risanato, vi dico tutto”

Pressioni della politica nel colosso regionale sotto indagine. Parla l'avvocato Gaetano Tafuri, ex presidente Ast

PALERMO – “Io dicevo sempre di no e a un certo punto la politica non mi ha chiamato più, io dicevo sempre di no, a qualche politico, ieri ho detto al Pm che sono disposto ad aprire un capitolo dei politici che continuamente venivano a fare pressioni. L’ho messo a verbale. Sono a disposizione della magistratura”. Parole di fuoco, consegnate a LiveSicilia, da Gaetano Tafuri, l’ex presidente dell’Ast, un amministratore di lungo corso, tra gli indagati nell’ultima inchiesta della magistratura (LEGGI l’inchiesta di Laura Distefano), ma pronto a spiegare, punto per punto, la sua verità.

Questa indagine della magistratura si è abbattuta come uno tsunami, ci sono ipotesi pesanti, qual è la sua verità?

“Io non cerco una difesa, perché le faccio in tribunale, ieri sono stato sentito dal Gip. Io voglio che si legga oggettivamente l’ordinanza del giudice”.

Cosa ne pensa del sistema di assunzioni dell’Ast? Della corruzione? Lei non è indagato in questo troncone, ma cosa è accaduto?

“Ditemi che sono uno sciocco, per me Fiduccia è una persona buona, che ha sbagliato, ma il patto corruttivo è l’assunzione della figlia. Merita di essere punito rispetto alla giustizia, ma non rifugiamoci dietro ipocrisie, ha sbagliato e va punito, ma guardiamo agli occhi di un padre, lasciamo stare da parte le ipocrisie. Io lo faccio con coraggio, Fiduccia me lo sono trovato, avevo chiesto le sue dimissioni. Il 3 agosto del 2018 chiesi le sue dimissioni. Ma la gestione si fa con la testa e dei nove dirigenti ne erano rimasti tre. Dimesso Fiduccia ne rimanevano due, di cui uno che faceva la spola su Lampedusa. Potevo dirigere un’azienda con un dirigente e mezzo? Mi sono reso conto che è un uomo buono, un po’ esuberante, lo avrei redarguito pesantemente, leggo che il patto corruttivo sarebbe l’assunzione della figlia. Non facciamo i puritani o gli ipocriti”.

L’intercettazione, Eusebio Dalì, le assunzioni…(LEGGI “Il contatto sono Musumeci e Micciché”)

“Io dicevo sempre di no e a un certo punto la politica non mi ha chiamato più, io dicevo sempre di no, a qualche politico, ieri ho detto al Pm che sono disposto ad aprire un capitolo dei politici che continuamente venivano a fare pressioni. L’ho messo a verbale. Sono a disposizione della magistratura. Dicendo sempre no, alcune volte sono stato rimproverato del fatto che non ascoltassi la politica. Scopro oggi che viene utilizzato Fiduccia, ma è stato strumentalizzato dalla politica, non nomina amici suoi. Io non lo so se è successo o no, è chiaro se viene confermato questo quadro, lui è solo l’anello debole”.

Musumeci ricorda di averle chiesto di rimuovere Fiduccia (LEGGI le parole esatte di Musumeci)

“Io dissi che il direttore era disponibile ad andare in pensione, c’era il blocco delle assunzioni e non potevo fare a meno di lui. Non avevo gli strumenti per farlo. Lo metto per iscritto. Se è vero che volevano mandare via Fiduccia, non è strano che nei dialoghi si parli anche di lui? Sembrerebbe che Musumeci voleva mandare via Fiduccia, dall’altro chiedeva raccomandazioni, questo direbbero gli intercettati. Usiamo il condizionale. Nessuno mai ha detto no, io ho detto sempre no. Avevo bisogno di sbloccare le assunzioni, ne parlai più volte con Armao”.

Parliamo della somministrazione e delle assunzioni dei precari

“La somministrazione è un ricatto sociale, i concorsi per me dovevano essere fatti, anche in Svizzera. Ora che è stato rubato il tesoro di Sant’Agata mettiamo i cancelli?”.

Andiamo all’sms “Caro Nello” (leggi la trascrizione integrale e l’inchiesta di Riccardo Lo Verso)

“Io rivendico che abbiamo approvato tre bilanci degli anni precedenti che non mi appartenevano e nell’ultimo ho dovuto tirare fuori la polvere da sotto il tappeto”.

Parliamo dei capi d’indagine

“Su 22 capi di imputazione a me ne riserva tre, principalmente. Uno dedicato alla designazione di un sindaco revisore, poi non nominato dalla Regione, ma sottolineo, non c’è l’ipotesi del falso in bilancio”.

I bilanci erano falsi?

“No! Il pubblico ministero non avanza questa ipotesi, ma rilevano che nel 2018, rispetto a un bilancio che riguardava il bilancio precedente, c’è uno scostamento di cassa di 200mila euro. Era dipeso dal fatto che la somma delle casse decentrate, delle varie sedi, risultava con 200mila in meno. Ma si trattava di un bilancio da 100milioni di euro, che poi è stato corretto nei bilanci successivi. Hanno riscontrato solo questa anomalia, che però nel bilancio successivo è stato corretto.

Col bilancio del 2018, dove io sono costretto a tirare fuori polvere dal tappeto, arriviamo a un passivo di 3,2milioni di euro, dove i 200mila euro si perdono”.

La prima accusa. Si parla di “mezzi fraudolenti per danneggiare la Barone Gomme”

“Io non ho responsabilità, si parla di un cartello per estromettere la Barone gomme, attraverso la richiesta di un copertone che non avevano. Ma in realtà li avevano, e avevano fornito quelle gomme anche in precedenza. La Barone gomme aveva offerto Continental e fornito una marca secondaria, dicendo che era equivalente e si era resa inadempiente. Il GIP ha ammesso che l’impresa poteva essere esclusa per inidoneità, ma non in base ad un cartello che prevedeva marche specifiche”.

Di queste gomme era dotata la Schirò, che sarebbe l’impresa favorita?

“Io sono fuori da questo discorso, la Schirò vince un paio di manifestazioni di interesse, ma anche altri soggetti partecipano”.

Fiduccia chiede a Schirò di organizzarsi per evitare che la Barone Gomme possa venire a conoscenza del trattamento riservato alla Schirò; lei ha avuto sentore che qualcosa stesse andando storto?

“No, assolutamente, per me il fornitore era inadempiente. Io puntavo alla qualità del prodotto, al risparmio di spesa e alla moralità del soggetto contraente. Quando intervenne il Tar, con la nuova gara Barone partecipò col prodotto equivalente e arrivò ultima”.

Andiamo alla gara per il servizio di revisione contabile del bilancio di Ast e del bilancio consolidato

“Sì, la Regione chiede di fare una gara, in questa garetta gli uffici rilevano una anomalia. La competenza era degli uffici. Io ho ritenuto che potesse esserci una illegittimità, ho dato le mie indicazioni per confermare questa posizione”.

Nelle intercettazioni, Fiduccia sostiene di aver concordato con Lei e altri di “annullare la procedura di gara per evitarne l’aggiudicazione alla KPMG”

“Non c’è una sola conversazione in cui io intervengo direttamente, ma io rispetto l’opinione del giudice e comunque parliamo di una designazione di un componente del sindaco revisore, che avrebbe avuto approvazione del collegio, poi sottoposta alla Regione”.

Si parla anche di un verbale con data falsificata

“Io ero a Corvara, il giudice sostiene che, in realtà, la formazione della volontà di questo verbale non sia avvenuta il 7 febbraio del 2020. Io non ero presente materialmente, non sono presente nelle intercettazioni, né quando sarebbe stato effettuato questo pactum sceleris. Io ho solo dato un consiglio legale”.

L’ultima contestazione, il verbale di approvazione del bilancio 2019

“C’era stato il covid, la Dad, sollecitavo gli uffici per approvare il bilancio. La Procura sostiene che il bilancio adottato dal Cda il 24 luglio in effetti ancora sarebbe stato incompleto, e completato solo il 30. Io dico che, per me, tra il 24 e il 30, non cambiava niente. Perché avremmo dovuto fare un orrore di bilancio? Avevamo 8 giorni di tempo, ho provato che c’è una mail di bozza del verbale che non collima con la prospettazione della Procura e ho dimostrato che mancava soltanto qualche aspetto non sostanziale; nel verbale viene data contezza di qualche aggiustamento non sostanziale. Ho integrato la documentazione della Procura”.

La compagnia aerea?

“Era un gioiello, scopriamo dalle carte che ci sarebbe stata una volontà di malaffare, io l’ho bloccato l’appalto da 700mila euro. Ho dato la mia parola a questi signori, per fare il progetto gratis, dopo, a risultato ottenuto, avremmo dato due mila euro cadauno. Musumeci ricorda di essersi opposto, ma non per un malaffare, ma perché “non era il momento””.

Quali saranno le prossime mosse?

“Io mi andrò a difendere nelle sedi giudiziarie facendo valere la mia integrità morale. Non ho falsificato alcunché, l’Ast è stata riportata all’attivo. Se ci sono state sacche io ho cercato di colpirle. Ero solo, non ho nominato nessuno. Ho lavorato con quello che c’era, stimolando la regione a fare mosse che non ha fatto, tipo fare il concorso per il direttore generale. Ho detto di no alla politica, ho buttato fuori il malaffare”.


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