Ast, Giammarva verso l'addio: dimissioni vicine dopo un anno - Live Sicilia

Ast, Giammarva verso l’addio: dimissioni vicine dopo un anno

L'ex deputato regionale Lentini sarebbe in pole per la sostituzione

PALERMO – Sembra vicina alla conclusione l’esperienza di Giovanni Giammarva alla guida dell’Ast. Voci provenienti dall’Azienda siciliana trasporti danno il commercialista palermitano, chiamato un anno fa al capezzale della società, vicino all’addio.

Le voci sulla successione

Le dimissioni di Giammarva, che aveva assunto l’incarico a titolo gratuito, arriverebbero in prossimità della fine del primo anno di gestione. Un addio che seguirebbe quello del direttore generale dell’Ast, Mario Parlavecchio, da alcuni giorni in pensione. Per la sostituzione di Giammarva si fa il nome dell’ex deputato regionale Totò Lentini, ritornato nel Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo: “Ma non so niente – afferma il diretto interessato -, il partito al momento non mi ha detto nulla”.

Bilanci dell’Ast pronti

Giammarva, scelto dal presidente della Regione Renato Schifani per raggiungere un obiettivo che allora sembrava estremamente difficile, lascerebbe con il conforto di ottimi risultati di gestione. Sono in via di approvazione in assemblea i bilanci che mancavano all’appello, già esitati in CdA, e l’azienda pur tra mille problemi, tagli di corse e disservizi, avrebbe azzerato le perdite avviandosi addirittura a un utile nell’ultimo bilancio e con la soddisfazione di avere mantenuto i livelli occupazionali. “Una scommessa di grande responsabilità – aveva detto Giammarva dopo aver assunto l’incarico – in cui è in gioco il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie”.

Ast, i soldi spariti dalla Finanziaria

Nell’ultima Finanziaria il governo regionale aveva deciso per l’Ast una iniezione di liquidità di dieci milioni di euro per il 2024, ai quali se ne sarebbero aggiunti altri dieci nel biennio successivo. Per l’Ast c’era l’obiettivo di un affidamento in house di alcune tratte del trasporto pubblico locale, mossa che avrebbe consentito alla società di restare a galla con una struttura più snella lasciando le tratte più remunerative ai privati attraverso il nuovo bando. I soldi scritti nella Finanziaria approvata dalla Giunta, però, sono stati cancellati nel corso del dibattito all’Ars.


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