PALERMO – C’è un nuovo interrogatorio top secret. Gaetano Tafuri è tornato a rispondere alle domande dei magistrati di Palermo. Ha parlato delle pressioni ricevute dai politici, delle raccomandazioni e dei suoi rapporti con il presidente della Regione Nello Musumeci. Il verbale è stato secretato.
“Se mi volesse, non in questa sede, sentire io sono a sua disposizione”, aveva detto l’ex presidente dell’Ast al pubblico ministero che lo aveva interrogato la prima volta. L’inchiesta è la stessa che il 22 febbraio scorso ha portato all’arresto dell’ex direttore generale della società regionale dei trasporti, Ugo Fiduccia. La scorsa settimana c’è stata la seconda convocazione in Procura.
Nel primo interrogatorio di cui Livesicilia ha pubblicato il contenuto, lei ha ammesso di avere ricevuto da alcuni politici richieste di raccomandazioni. È su questo argomento che diceva di essere disposto a parlare. Ha fatto i nomi dei politici?
“Non rispondo per rispetto della magistratura, ma i pm lo sanno”.
I pm sanno i nomi dei politici, dunque.
“Le posso solo dire che negli anni mi sono procurato l’inimicizia di alcuni politici. Ho fatto dei nomi, certo, ma non aggiungo altro. Non mi cono certo sottratto ai miei doveri morali davanti alla magistratura. Avevo detto che ne avrei parlato e non mi sono tirato indietro”.
Nell’inchiesta le vengono contestati due falsi, venuti meno al Riesame, ma è rimasta in piedi l’ipotesi di avere turbato la gara per la scelta del revisore contabile. Un’ipotesi grave, o no?
“Mi difenderò nel giudizio e non fuori dal giudizio. Le posso solo dire che i giudici hanno voluto vederci chiaro ed è giusto così, ma la situazione si è molto sfumata rispetto alla ipotesi iniziale. Io sono certo della correttezza del mio operato, ma preferirei non entrare nel merito dell’indagine sempre per rispetto per il lavoro della magistratura. Sono sereno. Non avevamo alcun interesse ad annullare la procedura. Non mi va però di apparire per quello che non sono, come colui che ha voluto tenere in azienda a tutti costi il dottore Fiduccia contro le indicazioni del governo e che difende il sistema delle assunzioni tramite una società interinale“.
Il governatore Nello Musumeci, quando si è appreso dell’inchiesta, ha spiegato che “la Regione, con l’assessore al ramo Armao, è intervenuta più volte sul presidente dell’Ast, evidenziando le anomalie. Li abbiamo persino convocati. È stata la sola volta che ho incontrato il direttore dell’Ast Fiduccia. Qui a Palazzo, insieme col presidente Tafuri”. Sono queste le parole che non ha gradito?
“Sono stato io a mettere per iscritto alla Regione sei o sette volte la possibilità di cambiare il direttore generale e a chiedere di fare concorsi per evitare di ingaggiare lavoratori interinali. Non voglio fare lo scaricabarile, né puntare il dito contro nessuno, ma le mie richieste sono lì. Ce n’è una di febbraio 2021. Più volte le riunioni all’assessorato all’Economia si sono concluse con frasi del tipo ‘portiamo in Giunta la deroga per fare le assunzioni all’Ast'”.
Però Fiduccia è rimasto al suo posto.
“Io Fiduccia l’ho già già trovato in azienda. Era il direttore generale facente funzioni. Gli dissi subito di lasciare il passo, poi mi sono reso conto che avevamo solo tre dirigenti. Non potevamo restare solo con due, è una questione di responsabilità”.
Musumeci le avrebbe detto di mandarlo via, però.
“È vero, me lo disse tramite l’assessore Gaetano Armao. Dovevo mandarlo via, ma non mi diede una spiegazione. Io seppi che era entrato in contrasto con un sindacato, l’Ugl, vicino al presidente. Ma non mi diedero lo strumento per sostituirlo. Perché da un lato mi dici di mandarlo via, ma dall’altro non mi si mette in condizione di farlo? Perché da un lato si conferma, come dicevo io, che il sistema dei lavoratori interinali è sbagliato e dall’altro non mi si dà la possibilità di cambiarlo? Non si è fatto nulla”.
Già, perché? Volontà politica?
“Non so se ci fu volontà, ma le racconto un fatto. Marco Intravaia (l’attuale segretario particolare del presidente Musumeci) chiese a Fiduccia di entrare a fare parte del gruppo per il sostegno elettorale della candidatura di Intravaia con ‘Diventerà Bellissima’ a novembre (è il mese in cui si dovrebbe votare per le elezioni regionali ndr(. Ho letto i messaggi che Fiduccia si scambiava con Intravia, me lo disse lo stesso Fiduccia. Intravaia veniva in Ast per parlare con lui, era tutto alla luce del sole, ma io non lo incontravo e questa è certo una anomalia. Ricordo che una volta Fiduccia mi disse che stava salendo Intravaia. Gli chiesi di prenderne un caffè insieme, invece Fiduccia non mi ha chiamato e non sono neppure saliti nel mio ufficio perché Intravaia era voluto andare via. Ma come, Intravaia viene in azienda e non passa per un saluto al presidente?”.
Sta ipotizzando che Musumeci facesse finta di volere sostituire Fiduccia? Coma fa poi ad essere certo che Musumeci fosse al corrente degli interessi, per altro leciti, elettorali di Intravaia?
“Non lo so. Ma so che l’aiuto politico di Fiduccia interessava. Da una parte si vuole prendere le distanze da Fiduccia e dall’altra un uomo dell’entourage di Musumeci cerca l’appoggio politico per il partito del presidente. Si tratta di un fatto che va avanti da due anni, fino allo scoro novembre”.
Ci vede qualcosa di sbagliato?
“Io vedo l’incoerenza dei due fatti. E non è l’unica”.
Altro?
“Il 29 novembre 2021 dall’assessorato all’Economia scrivono a Musumeci e ad Armao. Sono stanchi di sentire solo parlare di risolvere il problema di Fiduccia. Ho anche il numero di protocollo della lettera. Tre dirigenti, Signorino, Cognata e Tozzo, chiedono di risolvere la situazione di Fiduccia. Perché fino al 22 febbraio scorso (giorno dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare), cioè tre mesi dopo quella lettera, nessuno muove un dito?”.
Altro capitolo riguarda la creazione della compagnia aerea. Con Musumeci arrivaste ai ferri corti?, stoppò la sua iniziativa.
“Ed è un’altra stranezza. A Musumeci avevo anche mandato via Whatsapp le foto degli aerei prima che Livesicilia pubblicasse la notizia. Era la più bella idea che si potesse realizzare. Musumeci ne parlò più volte, fino a giugno 2020. Parlava di trovare partner privati. Perché tu, presidente della Regione, non consideri l’unica azienda che poteva farlo per statuto, e cioè Ast? Perché quando vieni a sapere che Ast ha solo chiesto ad Enac di avere l’autorizzazione al volo ti arrabbi tanto? Su come fare la compagnia, il passaggio successivo, ne avrei parlato con Musumeci. Gli assessori Armao e Falcone cercarono di convincerlo della positività di avere l’abilitazione al volo e che poi sarebbe stata la Regione a decidere. E tu cosa fai, butti una cosa fatta nell’acqua? Non si è saputo più nulla. Musumeci aveva in mente qualcosa che però non si è realizzata? O forse era per gelosia? Ma era sua la idea della compagnia aerea. Puoi mandare a mollo una iniziativa del genere per gelosia?
Si sarà dato una risposta a tutti questi “perché”.
“Non lo so e dunque non lo dico. Risposte non ne ho, ma questi sono fatti. Io in azienda ero una colomba bianca. Ero presidente di un’azienda messa malissimo e abbiamo risanato il bilancio. Se lo faccia dire da altri. Falcone una volta in un incontro pubblico mi fece un applauso a scena aperta per quello che abbiamo fatto per Ast”.
Anche la sua nomina era stata voluta come altre dalla politica?
“Sì, io ero e sono una persona stimata. Faccio l’avvocato, sono nello studio dove ha iniziato a lavorare mio nonno”.