PALERMO – Nessuna irregolarità o voglia di insabbiare un atto di indagine.
Si chiude con l’archiviazione il procedimento nei confronti di tre magistrati aperto a Caltanissetta. L’inchiesta partì con una segnalazione alla procura di Catania da parte dell’ex vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, con la querela di Matteo Salvini.
Il procedimento fu poi trasferito, per competenza, a Catania.
Gasparri evidenziò una circostanza appresa dalla stampa nel caso Open arms che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Salvini per sequestro di persona. Secondo l’accusa avrebbe impedito ad un gruppo di migranti di sbarcare in Sicilia.
Il mancato inserimento nel fascicolo di indagine della relazione di un sommergibile della marina militare che segnalava delle presunte anomalie da parte della nave ong Open Arms non ha rappresentato alcun abuso di ufficio commesso.
Il gip Emanuela Carrabotta ha archiviato l’indagine a carico del procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella (fra qualche giorno si insedierà alla guida della procura di Gela), dell’ex sostituto Cecilia Baravelli (adesso a Padova) e del procuratore aggiunto di Palermo, Marzia Sabella.
Gasparri all’epoca presiedeva la giunta per le immunità parlamentari. Ipotizzò che la relazione fosse stata tenuta nascosta. Da qui l’iscrizione nel registro dei beni magistrati per abuso d’ufficio.
Il leader della Lega, attraverso il suo legale Giulia Bongiorno, si era opposto alla chiusura del caso.
Il giudice ha accolto le tesi difensive degli avvocati Daniela Posante, Calogero Meli e Lillo Fiorello.
Per Vella e Baravelli il gip sottolinea che il mancato inserimento nel fascicolo della relazione rientra nel potere discrezionale dei pm nella conduzione dell’indagine.
Nel caso di Sabella, invece, il magistrato si limitò a trasmettere al tribunale dei ministri gli atti di indagine compiuti dai colleghi. Si tratta di uno dei pm del processo in corso a Palermo.
