PALERMO – Il grande scatolone delle aziende confiscate alla criminalità organizzata spesso si rivela vuoto e inconsistente, almeno così accade in quasi sette casi su dieci. Le cifre sono state illustrate dal direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), prefetto Bruno Corda, che oggi a Palermo ha partecipato a una conferenza dei servizi per l’assegnazione di 397 beni (1.500 immobili) sottratti alla mafia nella provincia del capoluogo siciliano e in quelle di Agrigento e Siena. Sul tavolo, tra gli altri, i beni sottratti a Francesco Zummo, l’imprenditore che fu uno dei bracci operativi del sacco di Palermo e di Vito Ciancimino. Molte ville che sorgono lungo viale Regione Siciliana passeranno a Comune, Regione e Agenzia del Demanio che ne hanno fatto richiesta.
Aziende confiscate, uno scatolone vuoto in 7 casi su 10
“Il 68% delle aziende gestite dall’Agenzia sono scatole vuote – ha spiegato Corda ai cronisti giunti a Villa Whitaker, sede dell’incontro -. Non sono mai state operative e non hanno mai avuto personale. Non hanno mai prodotto nient’altro, se non fatture false, o riciclato denaro di provenienza illecita”. C’è poi una quota pari al 5% di aziende attive sul mercato: si tratta di 170 realtà che occupano circa tremila addetti, “prevalentemente nel Meridione”. L’ultima fetta è pari al 27%: “Sono quelle aziende da tenere sotto monitoraggio – ha spiegato Corda -. Dobbiamo impegnarci affinché abbiano una migliore condizione di accesso al credito e la possibilità di superare quello ‘choc di legalità’ che caratterizza il passaggio dall’economia illegale a quella legale”. Anche per questo l’Anbsc sta intavolando una trattativa con Abi e Banca d’Italia per “riparametrare” alcune condizioni dettate alle aziende confiscate per accedere al fondo interministeriale da 43 milioni di euro: “Bisogna incentivare l’uso di quelle risorse, che al momento sono impiegate in minima parte”, ha spiegato Corda.
White List per le realtà che operano nel sociale
A Villa Whitaker – oltre che le forze dell’ordine, gli amministratori locali, i vertici delle Zes e il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia – c’erano anche la prefetta Maria Teresa Cucinotta e la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro che ha annunciato alcune modifiche alle norme per l’utilizzo ai beni confiscati. Tra queste l’introduzione di una ‘white list’ per le realtà che operano nel sociale e che in questo modo vedrebbero accorciati i tempi di verifica e assegnazione dei beni”.
I beni al centro della riunione
La riunione di Villa Whitaker ha portato all’acquisizione di manifestazioni di interesse per finalità istituzionali, sociali o economiche riguardanti 187 dei 397 beni originariamente proposti: 116 di questi in provincia di Palermo, 61 in quella di Agrigento e i 10 in provincia di Siena. Le manifestazioni acquisite saranno sottoposte al Consiglio direttivo dell’Anbsc per la valutazione dei progetti e l’assegnazione dei beni.