Ogni siciliano che nasce, porta da subito sulle spalle un debito di mille euro l’anno. In compenso, solo nel 2011, cinquecento dipendenti regionali sono andati in pensione attraverso le agevolazioni concesse dalla legge 104. Insomma, quella che emerge tra le pieghe del rendiconto della Corte dei Conti è un’isola di baby-pensionati e baby-indebitati.
Sono stati mille i siciliani andati in pensione del 2011. Che aggiungendosi a quelli già a riposo, concorrono a elevare il numero dei pensionati siciliani a oltre 16 mila unità che costano alla Regione qualcosa come 639 milioni di euro.
Il dato curioso, però, sottolineato dal procuratore generale della Corte dei Conti Giovanni Coppola, riguarda la “quota” di pensionati che nel 2011 sono andati in pensione attraverso la legge 104 (che consentiva appunto un pensionamento anticipato, dopo 25 anni di servizio, in caso di assistenza di un parente gravemente disabile). Una vicenda che ha interessato, tra gli altri, l’ormai ex assessore alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo e l’ex capo di gabinetto dell’assessore Caterina Chinnici (l’assessore che ha deciso l’abolizione di questo privilegio), Cosimo Aiello.
Nel 2011, insomma, i pensionamenti attraverso la legge 104 sono stati 497 sui mille complessivi. La metà, insomma, dei pensionati della Regione, che, usando le stesse parole del procuratore Coppola concorrono a infoltire la schiera dei “cosiddetti babypensionati”. Una cifra “insolita” ma assolutamente spiegabile, secondo il procuratore: “Da quando l’assessore regionale alla Funzione pubblica Caterina Chinnici ha annunciato la volontà di abolire questo privilegio – ha detto Coppola – è partita la corsa per ottenere questo beneficio prima che fosse troppo tardi”. Un beneficio “unico” in Sicilia, ma che rimarrà un ricordo: “Tale fenomeno – ha detto Coppola – che tanto ha fatto discutere per l’incomprensibile disallineamento rispetto alla normativa nazionale, si deve considerare concluso a seguito dell’articolo 4 della legge regionale n. 7 del 12 gennaio 2012 che ha eliminato detto anacronistico privilegio”.
E di privilegio potrebbe parlare qualcuno di fronte ai numeri riguardanti i “permessi sindacali” concessi ai dipendenti della Regione. Permessi che hanno ricevuto negli ultimi tempi un ridimensionamento. Ma, come i numeri dimostrano, forse c’è ancora molto da fare. “I contenimenti operati al contingente dei permessi – scrive la presidente delle Sezioni riunite della Corte dei conti Rita Arrigoni – non appaiono idonei a colmare la più che significativa distanza tra la disciplina regionale e quella applicabile negli altri comparti”. Insomma, ci sarebbe una grossa differenza tra le ore dei permessi sindacali dei dipendenti “dell’ambito nazionale” e quelli regionali. I numeri? Sono 76 minuti e 30 secondi per i dipendenti statali, mentre sono 775 minuti e 50 secondi per i dipendenti regionali. Dieci volte tanto.
E intanto, cresce il debito della Regione. Al punto che oggi, ciascun siciliano è indebitato “a sua insaputa”. “All’aumento del debito – scrive la Corte – consegue un preoccupante livello del debito pro-capite che dai 438 euro fatti registrare nel 2007, raggiunge nel 2011 l’importo di 1.050 euro.