Bagheria, annullata ordinanza: "Niente sgombero dalle case"

Bagheria, annullata l’ordinanza|”Le case non vanno sgomberate”

Il Tar sconfessa l'operato dell'ex sindaco di Bagheria

PALERMO – Il Tar sconfessa l’operato dell’ex sindaco cinquestelle di Bagheria, Patrizio Cinque: le case nei pressi della foce del fiume Eleuterio non devono essere sgomberate. La sentenza della prima sezione del Tribunale amministrativo regionale accoglie il ricorso del proprietario di una villa, ma nella stessa situazione si trovano una cinquantina di persone.

Nel novembre 2018, all’indomani della tragedia di Casteldaccia in cui persero la vita nove persone all’interno di un villino abusivo a ridosso del fiume Milicia, il sindaco con un’ordinanza aveva disposto lo sgombero delle abitazioni.

Le cinquantadue famiglie avrebbero dovuto abbandonare le abitazioni per almeno sei mesi all’anno, dal 31 ottobre al 31 marzo, periodo in cui ci sarebbe il rischio di esondazione. Nel provvedimento non si faceva distinzione tra gli immobili abusivi e quelli in regola.

Il proprietario di uno degli immobili in regola. per giunta prima casa, ha fatto ricorso affidandosi agli avvocati Giovanni Puntarello, dello Studio Legalit, e Giuseppe Marcellino.

La prima sezione del Tar, presieduta da Calogero Ferlisi, dopo avere sospeso l’ordinanza urgente del sindaco già agli inizi del 2019, ha annullato definitivamente il provvedimento.

Come si legge dalla sentenza – estensore il consigliere Sebastiano Zafarana – il Tribunale ha stigmatizzato il comportamento del Comune di Bagheria che era stato invitato ad adottare un provvedimento di autotutela.

Nel merito, il collegio ha condiviso le tesi degli avvocati Puntarello e Marcellino, i quali hanno evidenziato come non sussistesse nessuno dei presupposti per emettere un’ordinanza contingibile ed urgente come quella adottata da Cinque.

Nessuna indagine era stata compiuta per accertare il pericolo grave ed imminente di esondazione dell’Eleuterio. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto dimostrare di avere attivato tutti gli ordinari strumenti di governo del territorio, attraverso i quali mitigare il rischio di esondazione.

Altro punto “cassato” dal Tar è la mancata indicazione del limite temporale di validità dell’ordinanza: “La mancanza di un termine finale denota un’allarmante passività del Comune rispetto alla rimozione della situazione di pericolo postulata come esistente, non prefigurando l’ordinanza alcuna iniziativa rimediale dell’ente finalizzata alla naturale normalizzazione della situazione di emergenza, alla cui messa in opera sia condizionata la durata del divieto di abitazione che, invece, dovrebbe essere temporaneo, nonché per la violazione del principio di proporzionalità tra il sacrificio imposto al cittadino e l’inerzia della pubblica amministrazione”.

Vista la delicatezza dell’argomento il Tar ha trasmesso una copia della sentenza al procuratore della Repubblica di Termini Imerese, alla Presidenza della Regione, all’assessore regionale al Territorio e a quello delle Autonomie locali, al sindaco di Bagheria e alla Protezione civile.


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