Ballardini folgorato dal Mudo: |"Commovente, a gennaio rinforzi" - Live Sicilia

Ballardini folgorato dal Mudo: |”Commovente, a gennaio rinforzi”

Tre giorni di allenamento sono bastati al tecnico romagnolo per innamorarsi delle giocate del fantasista italo-argentino. Prime prove di formazione, pur senza i nazionali, e idee chiare sui ruoli da assegnare. E per il mercato tre richieste al presidente Zamparini.

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PALERMO – Cosa può capire un allenatore in tre giorni con la sua nuova squadra? Poco, indubbiamente, e Davide Ballardini lo sa bene. Dalla sua ha la fortuna di poter lavorare una settimana in più del dovuto, grazie alla pausa per gli impegni delle nazionali, quanto basta per capire di dover aspettare ancora per vedere i primi frutti: “Il lavoro da fare è molto perché dobbiamo conoscere la squadra – ha ammesso Ballardini nel suo intervento a “Contropiede” su Trm – noi cercheremo di far bene il nostro lavoro”. Un lavoro che a Palermo si dovrebbe già conoscere bene: “Ho il record di vittorie da subentrato col Palermo in Serie A”, ricorda con orgoglio il tecnico romagnolo, che nella stagione 2008/09 chiuse all’ottavo posto in Serie A sulla panchina rosanero. 

Un’esperienza positiva, terminata male col presidente Zamparini. L’addio a stagione conclusa, le sirene della Lazio e la diatriba sulla buonuscita, con le classiche dichiarazioni del patron che non hanno scalfito la stima di Ballardini: “Negli anni ho capito che Zamparini dice ciò che pensa, cosa rara nel calcio. Col tempo si capisce che è la persona ad essere così. Io ho avuto altri presidenti e non dicono direttamente quel che pensano”. Tra le esternazioni di Zamparini, in quell’anno, anche il raffronto impietoso tra Ballardini e Zenga all’indomani dello 0-4 nel derby col Catania: “A Palermo abbiamo vinto diciassette partite – precisa il tecnico – quel derby lo perdemmo 4-0 con almeno dieci palle gol. Io ricordo che l’indomani, camminando in via Libertà con la morte nel cuore, mi presi le mie responsabilità parlando con la gente”. 

Questo per quanto riguarda il Palermo del passato. Ma Ballardini, a sei anni di distanza, è l’allenatore del Palermo del presente, una squadra diversa e chiamata al riscatto. Le prime impressioni sono buone, anche se il tecnico non ha ancora avuto l’intero gruppo a disposizione: “Premesso che ne mancano sette-otto tra nazionali e infortunati, la rosa che ho a disposizione al momento è formata da ragazzi molto seri e disponibili. Posso dire solo cose buone, mi sembra di avere a che fare con degli uomini, oltre che dei buoni giocatori. I punti di partenza mi sembrano buoni”. Premesse positive per realizzare quella che è l’idea di gioco sua e del suo staff: “La nostra idea di calcio è quella di avere dei terzini che spingono, dei centrocampisti che si buttano dentro e avere attaccanti che vanno in profondità. Penso che il Palermo possa permetterselo. Magari il mio primo Palermo aveva gente più esperta, questo ha più giovani, ma sono convinto che ci siano le qualità per fare bene”. 

Chi ha più qualità di tutti è senza dubbio Franco Vazquez. Sono bastati pochi allenamenti a Ballardini per restare folgorato dalla sua classe: “Vazquez l’ho visto in questi due giorni e mi sono commosso a vedere un giocatore con quelle qualità mentre fa determinate cose. Il calcio è arte, la gente va allo stadio per vedere quel tipo di giocatore e una squadra che cerca di esaltarlo. Fa della corsa, della qualità e della serietà fuori dal campo i suoi punti di forza. Io vedo in lui un ragazzo meraviglioso, da qui alla fine del campionato farà tutto ciò che la squadra vuole che faccia”. Nel suo modulo, il tecnico romagnolo ha solo un dubbio su dove schierarlo: “In un 4-3-1-2 penso possa giocare sia da trequartista che da seconda punta. Io intendo il ruolo del trequartista come un centrocampista propenso ad attaccare, il mio prototipo era Simplicio. In Vazquez ho comunque visto un giocatore che non si risparmia”. 

E in tema di moduli, Ballardini sfoglia la margherita sul possibile undici di partenza. In porta Sorrentino, che per quanto riguarda le beghe contrattuali “non avrà alcun problema, se tutto va bene è convinto di restare”. Difesa a quattro, con Lazaar pronto a giocare da terzino (“escludendo Palermo, ha sempre giocato a quattro”, ha ammesso il tecnico) e abbondanza a centrocampo: “Jajalo può giocare davanti alla difesa. Brugman me lo ricordavo trequartista, poi l’ho visto a Pescara sia da mezzala che da regista. Maresca è nato in quel ruolo, così come è nato in quel ruolo Rigoni”. In attacco, oltre a Vazquez, sono pronte due maglie: “Oggi, a parte Gilardino, ho attaccanti come Trajkovski, Djurdjevic e Quaison che possono dare una mano”. Proprio sullo svedese, Ballardini sembra voler puntare con particolare attenzione: “Ha tutto: rapidità, generosità, capacità di attaccare gli spazi. Robin mi dà l’idea di essere un giocatore di grande qualità”.

Le idee per il Palermo del presente sono già chiare. Per quelle del Palermo del futuro bisognerà invece attendere gennaio, mese in cui Ballardini aprirà le porte ad almeno tre nuovi acquisti: “La rosa è da migliorare in certi ruoli, come numero. Magari un centrale con caratteristiche diverse da quelli che abbiamo ora, un giocatore in mezzo al campo e un attaccante. A gennaio il Palermo interverrà sul mercato”. E chissà, con un Palermo rinforzato, che Ballardini non si ritrovi a lottare per un obiettivo diverso dalla salvezza: “Quella sul premio Europa League era solo una battuta. Sappiamo bene quali difficoltà ci siano da superare. Io a fine campionato mi immagino il Palermo in Serie A”.


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