PALERMO – “Le chiacchiere stanno a zero. Con tutto il garbo e il rispetto che bisogna sempre avere per i nostri rappresentanti istituzionali non posso non constatare che ieri sera abbiano sentito, ancora una volta, tante belle parole e nessuna soluzione per chi ha chiuso la proprie attività e non la riaprirà mai più”. È profondamente amareggiato Nunzio Reina, responsabile nazionale “Barberie Immagine e Benessere” di Confesercenti e presidente dell’Area Produzione Confesercenti Palermo.
“Mi scuso con tutti i colleghi, ci credevo ed invece è stata una sconfitta – spiega Reina -. Ci impongono ancora di restare chiusi almeno fino al primo giugno (leggi il calendario delle riaperture). Ormai sono trascorse settimane dal ‘si chiude’ e il capo del governo, anche ieri sera, non ha offerto una possibile via di salvezza, un’alternativa alla chiusura per tanta gente abitata a spezzarsi la schiena per portare il pane a casa. Migliaia di persone saranno povere. Lei pensa che se ne staranno con le mani in mano? Così è stato di fatto legalizzato l’abusivismo, ci ha detto arrangiatevi”.
Il perché è presto detto: “La gente non sa più come fare e di fronte alla disperazione temo per la tenuta sociale. Abbiamo adeguato i nostri locali, eravamo pronti a lavorare in tutta sicurezza ed è arrivato ancora una volta un no. La gente si farà tagliare i capelli o ricorrerà ai trattamenti estetici da soggetti che nulla sanno delle norme sanitarie che come categoria siamo abituati a rispettare. Siamo alla guerra fra poveri che non hanno saputo evitare”.
Reina mette sul piatto una certezza e un dubbio. La certezza: “Gli aiuti economici sono ad oggi un’illusione. Prenda il finanziamento, che spetta solo a chi ha un volume d’affari da 100 mila euro. E un piccolo parrucchiere che ha incassi per 40 mila euro? Niente, può solo fallire perché nel frattempo deve continuare a pagare gli affitti, le bollette e i prodotti che ha comprato per la clientela”.
E il dubbio? “Se i numeri del virus fossero stati al contrario, alti al Sud e bassi al Nord, si sarebbe unificato il Paese al rispetto delle stesse direttive? Io il dubbio ce l’ho e per onestà intellettuale non posso che esternarlo”.