CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Ritrovare la serie A dopo un anno in LegaDue non è mai facile. Farlo alla soglia dei quarant’anni, come capitato a Gianluca Basile in questa stagione, rischia di essere un massacro. L’argento olimpico di Atene nel 2004, pozzo di esperienza al quale attingono coach Griccioli e la sua Orlandina, ammette di subire particolarmente la fisicità del campionato di massima serie: “Ho ritrovato una serie A molto fisica, non me la ricordavo così”, ha dichiarato la guardia di Capo d’Orlando intervistato da Rtl 102.5.
Sensazioni completamente diverse se paragonate a quelle del suo primo ritorno. Dopo aver trionfato col Barcellona, infatti, Basile ha preso la strada di ritorno per l’Italia, passando prima per Cantù e poi ritagliandosi un cameo in quel di Milano. Anche lì si vedeva la differenza tra la vecchia serie A e quella più atletica degli ultimi tempi, ma per l’ex blaugrana è stato un impatto totalmente diverso: “Dopo aver giocato in Spagna avevo già provato Cantù e Milano e a 36 anni avevo visto una A abbastanza fisica. Ora a gennaio ne faccio quaranta e un po’ si sente la differenza. Ci sono ventenni che saltano e corrono più di me, non è facile”.
La classe, almeno quella, resta intatta. E poco importa se il fisico non permette più grandi sforzi, tra tutti quello del suo marchio di fabbrica, il cosiddetto “tiro ignorante”, battezzato così dallo stesso Basile: “Nel basket il tiro si crea con la squadra, io invece ogni tanto prendevo la palla e facevo tutto io. Altri tempi”. Un tiro che manca ai tifosi del PalaFantozzi, che quest’anno hanno visto soltanto una tripla messa a segno dal Baso: “La mira è molto cambiata, soprattutto quest’anno. Purtroppo senza gambe il tiro da tre si fa fatica a metterlo dentro”.