PALERMO – Le larghe intese? “Si sono ristrette, non hanno più i numeri per fare le riforme costituzionali, meglio tornare alle urne”. Il ripensamento del padre putativo Romano Prodi che ha deciso di votare alle primarie del Pd? “È troppo importante per noi, ci speravo, alla faccia dei 101 che non lo votarono come presidente della Repubblica e dei gufi appollaiati che dicevano che le primarie non interessassero più a nessuno. Invece ora parteggia per me anche Rodotà”. D’Alema? “Ieri mi ha preso a pallonate definendomi pericoloso per il paese… Guardatemi, vi sembro una minaccia?”. E il parlamento italiano, che adesso, dopo le decisioni della Consulta, si scopre eletto con una legge incostituzionale? “Abbiamo perso quattro mesi sulla decadenza di Berlusconi e nel frattempo siamo decaduti un po’ tutti”.
Non le manda certo a dire il candidato a segretario nazionale del Pd, Giuseppe Civati, che, sceso a Palermo per concludere la sua campagna in vista delle primarie di dopodomani, passa a fil di spada i sui avversari politici, definiti “un po’ spaventati, forse temono un reale cambiamento in questo Paese, perché sono sicuro che vinceremo, e a quel punto rinnoverò tutta la classe dirigente”. All’incontro con i suoi aficionados del capoluogo siciliano sono intervenuti anche la consigliera comunale di Ora Palermo, Antonella Monastra, che ha sostenuto la sua mozione a Palermo con due liste, una per la città e una per la provincia, ma anche, dato politico interessante, due componenti del Movimento 139 del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, i consiglieri Francesco Bertolino e Serena Bonvissuto. Proprio di recente il Professore aveva invitato componenti e simpatizzanti del movimento da lui fondato, che a Sala delle Lapidi rappresenta il gruppo di maggioranza, a votare alle primarie del Pd, ma non aveva espresso alcuna preferenza per i tre candidati Civati, Cuperlo e Renzi.
Il fuoco di fila del monzese non risparmia, anche se con toni un po’ più morbidi “avendo seguito tutto da molto lontano”, neanche la giunta locale di Rosario Crocetta e le sue storie tese con il Partito Democratico: “Mi sembra che le problematiche tra Crocetta e il Pd – ha affermato il candidato – si siano ricomposte in modo un po’ curioso, non voglio dire alla siciliana perché ormai queste cose succedono in tutto il Paese. In ogni caso aspetterei prima di giudicare il suo lavoro”. “Crocetta è andato da Renzi e vota o lui o Cuperlo? Ammazza che notizia – scherza Civati -, non lo sapevo. Questo fa capire quanto sia difficile da interpretare il personaggio dandogli una collocazione politica”. Chiosa finale sul voto di domenica: “Sono ottimista – dice -, secondo me l’affluenza sarà tra i due e i tre milioni di persone”. E la stoccata conclusiva: “se sarò eletto segretario ci sarà un vero cambiamento. Io, a differenza di Renzi, non ho fatto accordi con nessuno”.