Catania. Alle due e trenta di questa mattina arriva una doccia fredda per i vertici del Bellini: la nomina di Alessandra Di Liberto nel ruolo di commissario straordinario del Bellini da parte del Presidente della Regione, Rosario Crocetta. Una mossa questa, che disorienta un po’ tutti. In primo luogo i lavoratori del teatro che nei giorni scorsi avevano chiesto a gran voce un’altra nomina: quella dei componenti del Cda del teatro e un consequenziale ritorno ad una gestione ordinaria. I dipendenti, in attesa di ben quattro mensilità di arretrati, lamentavano in primis le somme elargite da parte della Regione. Giuseppe Calanna, rappresentante dei lavoratori, commenta a caldo la mossa di Crocetta. “Siamo spiazzati da questa nomina notturna: è il gioco delle tre carte”.
“In questo modo – prosegue- si sposta l’attenzione dal problema principale cioè le cifre previste dalla finanziaria pari a soli otto milioni e novecentomila euro”. Calanna invita la giunta regionale a rivedere le somme stanziate in favore del teatro: “Se il Presidente è realmente solidale con i lavoratori, come dice, allora ristabilisca la dotazione finanziaria del Bellini a sedici milioni di euro”. La nomina della dottoressa Alessandra di Liberto, inoltre, va in controtendenza con la sinergia tra la giunta regionale e quella catanese suggellata con una conferenza stampa nei primissimi giorni di Agosto. Crocetta fa retromarcia e viene meno all’impegno di nominare un Cda.
Il resto è cronaca recentissima. I tempi di attesa si allungano e non arriva nessuna nomina del Cda. Insomma, la nomina di Di Liberto ha un po’ il sapore di un divorzio estivo tra il primo cittadino di Catania e il Presidente della Regione. A gettare acqua sul fuoco arriva, però, una nota del sindaco Bianco che, con toni diplomatici, cerca di ricomporre il quadro evitando rotture con la giunta regionale. “Sono certo che quella del presidente della Regione sia una soluzione ponte studiata per permettere al Bellini di ripartire sotto il profilo amministrativo risolvendo i problemi legati anche al pagamento degli stipendi. Ribadiamo comunque la richiesta a Rosario Crocetta di nominare il prima possibile il Consiglio d’amministrazione per tornare a una gestione normale di questo teatro lirico così importante”.
Bianco, insomma, non si sente affatto esautorato dalla nomina di Di Liberto. “Da sindaco – ha aggiunto – sono automaticamente presidente del Teatro e intendo esercitare pienamente questo ruolo. Ma in questo momento la priorità è rappresentata dalla soluzione dei problemi dei lavoratori che non ricevono lo stipendio da tre mesi”. Dalla nota si apprende che il Festival Belliniano non ci sarà. “In queste condizioni – si legge nella nota –, fino a quando non ci saranno prospettive concrete sugli aspetti finanziari, non posso certo chiedere ai dipendenti di lavorare a quel Festival Belliniano in calendario nei primi di settembre. E questo sarebbe un grave danno per la città, per il turismo, per l’immagine stessa della Regione Siciliana”. L’ipotesi di un divorzio estivo, dettato magari da questioni politiche, non trova nessuna conferma nelle parole del sindaco. “Finora, nei nostri colloqui – ha concluso Bianco – il presidente Crocetta ha sempre mostrato, e sono sicuro che continuerà, di avere a cuore le sorti del Teatro Massimo di Catania, che deve restare un grande teatro lirico patrimonio dell’intera nazione. Nessuno pensi che si possa, in qualunque modo, declassarlo”.
Sulla questione intervengono anche il segretario della Cisl Rosaria Rotolo e del segretario della Fistel Cisl Antonio D’Amico: “E’ importante avviare immediatamente il confronto col Presidente Crocetta e con gli assessori regionali al Bilancio e alla Cultura, il Comitato di vigilanza, perché si individui la patologia fonte di possibili sprechi nella gestione del Massimo Bellini. Scaturisca dal confronto un accordo per garantire le condizioni di legalità e trasparenza nelle attività del teatro che porti alla tanto attesa e legittima stabilità lavorativa delle maestranze belliniane che, con la riconquistata serenità, possono continuare a occupare il posto che meritano nella produzione culturale catanese e siciliana, e si metta definitivamente fine a eventuali e dannose commistioni politico-clientelari”