CATANIA. Lo sconforto più grande sarebbe che tutto venga cancellato in fretta. Che passato l’impatto emotivo, la suggestione dell’accaduto, i riflettori stessi dei mass media, nessuno si ricordi più di Veronica. Della sua storia, ma soprattutto della sua atroce ed assurda fine. Va da sé che il termine “femminicidio” è divenuto, ormai, un’abitudine: una questione di tutti i giorni. E così dopo l’omicidio di ogni donna comincia la solita litania di parole intrise di retorica.
Quello che resta oggi nella morte della solare Veronica Valenti è una Belpasso che d’improvviso si è ritrovata al centro di tutto: macchiata dal sangue di una delle sue figlie. E’ a lutto Belpasso. Alle 11 di questa mattina i funerali officiati all’interno della Chiesa Madre con il capo dell’amministrazione, il sindaco Carlo Caputo, che per oggi ha proclamato il lutto cittadino.
Da domenica sera ad oggi è stato un perversare di domande, considerazioni, accuse: in ballo è stata tirata la differenza di culture, l’inconciliabilità di appartenenze diverse. Ma la domanda resta: “Era morte che poteva essere scongiurata?”. “Veronica poteva essere salvata?”. Le indagini hanno subito fatto il loro corso: il colpevole è stato consegnato alla giustizia. Questa mattina l’ultimo saluto a Veronica. Sarà rabbia e sarà dolore. Perché Veronica, strappata alla vita, non c’è più.