Belpasso, i candidati al consiglio |Parentele sospette e polemiche - Live Sicilia

Belpasso, i candidati al consiglio |Parentele sospette e polemiche

I nomi e le repliche.

comunali 2018
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BELPASSO – Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli. O meglio, in generale, le colpe dei parenti. Il tema dei legami familiari con personaggi con problemi con la giustizia e con le aule di tribunale ha tenuto banco nelle scorse elezioni regionali. “Liste pulite e al di sopra di ogni sospetto”, è stato il file rouge della scorsa campagna elettorale per la scelta del nuovo governo regionale.

A Belpasso il tema “parentele sospette” torna in auge in vista delle ormai prossime elezioni amministrative. Una spina sul fianco che accomuna tutti e tre i candidati. O almeno, accomunerebbe.

Ma riavvolgiamo il nastro. Alla nostra redazione sono arrivate diverse segnalazioni di candidati al consiglio comunale di Belpasso che avrebbero parenti, padri, zii, fratelli, con processi in corso per estorsione aggravata dal metodo mafioso, o condanne definitive per droga, oppure familiari sottoposti a misure di sorveglianza speciale. Legami e parentele che per legge – va detto per dovere di cronaca – non sono ostativi alla candidatura.

LISTE A SOSTEGNO DI MOTTA – La candidata Giovanna Tomasello è inserita nella lista Città Nostra, che appoggia l’aspirante primo cittadino Daniele Motta. L’ex assessore della giunta di Carlo Caputo, rappresenta la continuità con l’attuale esperienza amministrativa. Giovanna Tomasello è figlia di Santo, che da qualche mese è stato rinviato a giudizio insieme ad altri due imputati, boss ed ex boss del clan Santapaola, per un caso di estorsione aggravata dal metodo mafioso che sarebbe avvenuto nel 2005. L’inchiesta parte dalla denuncia della vittima. E come spiega anche il difensore Salvatore Liotta a Livesicilia: “Gli estremi delle denuncia non hanno condotto ad alcuna contestazione ad associazione mafiosa per Santo Tomasello. I fatti contestati sono assai risalenti nel tempo e non è mai stata adottata alcuna misura cautelare”, ha precisato ancora il legale.

La notizia del processo che coinvolge il padre della candidata è arrivata alle orecchie del candidato sindaco Daniele Motta prima della chiusura delle liste. Ma alla fine di un’attenta valutazione l’aspirante primo cittadino ha deciso di dare l’ok. “Questa è una candidatura che abbiamo in una lista che mi sostiene: Città Nostra, organizzata dal consigliere Pecorino – spiega Motta a LiveSiciliaCatania – Io non conoscevo questa candidata ma in seguito ad alcune notizie che erano uscite ho voluto fare le mie verifiche, verifiche che ho fatto – precisa – con tutti i candidati consiglieri. A tutti i candidati ho chiesto il casellario giudiziario e nel caso della Tomasello, sono andato oltre, ed ho chiesto anche i carichi pendenti. Sia il casellario giudiziario che i carichi pendenti della candidata risultano puliti. Non contento, ho chiesto il casellario giudiziario del padre. Ed anche questo è risultato pulito. In quello invece dei carichi pendenti risulta – argomenta Motta – un processo in corso. Secondo la legge Severino non c’è alcun ostacolo alla candidatura della signora Tomasello e inoltre mi risulta che non convive con il padre. Abbiamo dunque deciso – conclude – di accettare la sua candidatura”.

LISTE A SOSTEGNO DI GUZZETTA – Un altro nome finito nel calderone delle polemiche per le presunte parentele sospette è quello di Alessandro Alessi, candidato nella lista ‘Nuova era’ a sostegno dell’aspirante primo cittadino Gregorio Guzzetta (uomo appoggiato dal deputato regionale ed ex sindaco di Belpasso Alfio Papale). Alessandro Alessi è fratello di Angelo Alessi, condannato in via definitiva a 20 anni per traffico di droga a San Giovanni Galermo (coinvolto nella maxi operazione battezzata dai carabinieri Leo 121).

È lo stesso candidato consigliere che ha deciso di commentare la vicenda. Con una nota che pubblichiamo integralmente. Alessi precisa che da anni non ha alcun rapporto con il fratello. “Mi chiamo Alessandro Alessi, un impiegato dell’aeroporto di Fontanarossa a Catania, sono un dirigente sindacale della Uil trasporti di Catania, dove difendo i diritti dei colleghi lavoratori tutti i giorni. Da premettere sono un candidato al comune di Belpasso alle prossime elezioni amministrative del 10 giugno. Qualche giorno fa vengo contattato da voi dicendomi che aveva avuto segnalazioni tramite una lettera anonima, di casi di candidati con parentele di un certo tipo, facendo anche il mio nome. Una questione ormai risaputa da tempo dell’arresto di un mio familiare, avvenuto nel gennaio 2013, con processo chiuso nei mesi scorsi, processo come si può trovare in tutte le notizie denominato “operazione Leo 121”, da premettere che in nessun atto processuale viene riferito il mio nome o la persona come familiare, quindi dico che il mio nome non possa essere associato a questi eventi. Prendo atto che tale notizia turba la mia persona e la mia famiglia, allo stesso tempo smentisco qualsiasi tipo di rapporto con il familiare, ma anche da atti processuali e dato ciò, nessun carico pendente a mio nome. E concludo che la mia candidatura alle amministrative è un altro progetto sociale per sostenere i miei elettori e non, e che queste ingiurie dette a mino nome e alla mia famiglia non hanno motivo di danneggiare la mia immagine sia professionale che sociale”.

MOVIMENTO 5 STELLE. Una delle segnalazioni riguarda la lista del Movimento 5 Stelle. La risposta che abbiamo ricevuto da Anna Valenti, aspirante candidata sindaco del Movimento 5 Stelle (movimento che della trasparenza avrebbe fatto il suo baluardo), è stata molto vaga: “Noi non abbiamo modo di verificare se quanto si dice corrisponda a verità – argomenta Anna Valenti – ma sappiamo che eventuali colpe non possono ricadere sui figli. Come sa il Movimento 5 Stelle richiede sempre casellario giudiziario e carichi pendenti dei candidati, quindi non ci può essere alcun dubbio sulla moralità delle persone che costituiscono la lista. Certo, non possiamo conoscere vita, morte e miracoli anche dei familiari e le voci rimangono tali fino a quando non vengono documentate”. Ma la candidata sindaco non avrebbe potuto chiedere direttamente alla persona interessata? Anche per sgombrare qualsiasi dubbio. Abbiamo provato a chiedere noi allora, ma non abbiamo ricevuto risposta. E quindi nemmeno una smentita.

Il giudizio, adesso, spetta agli elettori.


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