Quei beni non "puzzano" di mafia | Testamento e confiscata revocata - Live Sicilia

Quei beni non “puzzano” di mafia | Testamento e confiscata revocata

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Restituiti ville e terreni a un imprenditore che aveva perso tutto.

PALERMO – È un caso più unico che raro. Il Tribunale per le Misure di prevenzione revoca la confisca definitiva di una parte di beni e la restituisce a Salvatore Rizzuto. Quest’ultimo era stato raggiunto a cascata – e senza mai essere stato chiamato a intervenire – dal provvedimento che aveva colpito il patrimonio dei D’Anna pur non avendo alcun legame con la famiglia di Terrasini. I D’Anna sono noti alle cronache giudiziarie, a cominciare da Salvatore D’Anna, condannato in appello a dieci anni di carcere con l’accusa di essere stato un autorevole rappresentante della famiglia mafiosa.

L'avvocato Marco Martorana

L’avvocato Marco Martorana ha scovato un testamento che ha “salvato” le proprietà di Rizzuto, il quale si ritrova socio dello Stato. Rientra, infatti, in possesso della metà dei beni, visto che la restante parti è ormai gestita dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Si tratta di due ville, due terreni e un magazzino a Terrasini.

Nel 2007 la sezione Misure di prevenzione, allora presieduta da Silvana Saguto, il giudice finito sotto inchiesta e radiato dalla magistratura, confisca il patrimonio di Salvatore, Giuseppe e Alfonso D’Anna. La decisione regge in tutti i gradi di giudizio e diventa definitiva. Tra i beni ci sono pure delle proprietà che i D’Anna hanno comprato dalla vedova di un facoltoso imprenditore. L’avvocato Martorana, però, si presenta in Tribunale con un testamento olografo che nomina Rizzuto erede universale del defunto. Ergo, la moglie di quest’ultimo non avrebbe potuto vendere i beni ai D’Anna. Dopo che il Tribunale di Palermo ha condannato i D’Anna a restituire la parte delle proprietà che spettava a Rizzuto, la battaglia si sé spostata in sede di Misure di prevenzione. Se i beni non erano al 100% dei D’Anna, la parte di Rizzuto non doveva essere prima sequestrata e poi confiscata. Da qui la revoca del provvedimento decisa da collegio composto dal presidente Raffaele Malizia e dai giudici Simona Di Mada e Vincenzo Liotta.

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