"Berlusconi in politica | per le minacce dei boss" - Live Sicilia

“Berlusconi in politica | per le minacce dei boss”

Il quotidiano inglese "Independent"
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L’indiscrezione è trapelata dalla stampa estera. Il quotidiano inglese “Independent” dedica un articolo al presidente del consiglio e al ritrovamento di una lettera di minacce nei suoi confronti, risalente almeno al 1994, attribuibile ai boss “corleonesi” di Cosa nostra. La richiesta era di mettere a disposizione uno dei suoi canali televisivi. La lettera, strappata nella sua prima metà, appartiene al materiale sequestrato a Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, ed è stata depositata alla corte d’Appello di Palermo.

Il giornale inglese, nel suo articolo, cita il procuratore aggiunto alla Dda di Palermo, Antonio Ingroia, che conduce le inchieste che vedono al centro le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, Massimo, già condannato in primo grado per riciclaggio e che ha iniziato un rapporto di collaborazione con la procura di Palermo. “Non solo credo che sia possibile che Berlusconi sia entrato in politica per questa ragione, credo sia probabile – ha detto Ingroia all’ Indipendent – la mossa è spesso attribuita ai timori che politici di sinistra potessero nazionalizzare il suo impero televisivo. Ma le nuove rivelazioni delle minacce della mafia fanno emergere altre ragioni: la protezione e la sicurezza offerte a chi ricopre alte cariche”. Mentre per quanto riguarda la richiesta del canale televisivo, Ingroia crede che “volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini”.

Le indiscrezioni che circolano al palazzo di Giustizia di Palermo su un’indagine “blindata” dal segreto istruttorio, parlano di un messaggio che, comunque, sarebbe arrivato al destinatario e il messaggero sarebbe stato proprio Vito Ciancimino. Lo stralcio di lettera resta comunque criptico: “Intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione una delle sue reti televisive” si legge nel documento depositato.

La relazione fra la “discesa in campo” del Cavaliere e l’interesse di Cosa nostra a cercare nuovi referenti politici è contenuta anche nel rapporto del Ros dei carabinieri del 1996, in cui il mafioso-confidente Luigi Ilardo aveva parlato di una riunione in cui fu indicato di votare i candidati di “Forza Italia” e le liste collegate. Il documento è stato depositato al processo al tribunale di Palermo contro il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinnu, accusati di favoreggiamento a Cosa nostra, per aver rinunciato alla possibile cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Nella lista dei testi, infatti, è stato inserito anche Massimo Ciancimino.

Si trattava di contatti che le famiglie palermitane avrebbero avuto con esponenti insospettabili dell’entourage di Silvio Berlusconi. In cambio, sempre secondo quanto rendeva noto Ilardo, il governo avrebbe adottato provvedimenti a favore dei mafiosi. Era quello il terreno in cui Bernardo Provenzano si giocava la sua leadership in Cosa nostra in contrapposizione a Leoluca Bagarella, fermo sostenitore della strategia stragista inaugurata da Totò Riina. Era lui che aveva chiesto di far tacere le armi e fidarsi dei suoi contatti.


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