PALERMO – Silvio Berlusconi vuole Gaetano Armao. Per il Cavaliere, è lui il candidato migliore alla presidenza della Regione siciliana. Lo ha ribadito anche ieri con una telefonata a Gianfranco Miccichè, il coordinatore azzurro che aveva presentato all’ex premier il professore di diritto. Da lì l’inizio di un flirt politico che potrebbe portare alla celebrazione di un matrimonio già nelle prossime ore: Berlusconi sarebbe stato convinto da Armao, con cui si pare si senta al telefono quasi ogni giorno. L’avvocato palermitano, per il Cav, è la figura giusta per lanciare un nuovo progetto: quello che prevede un rinnovamento massiccio di Forza Italia, insieme alla lista dei “Siciliani indignati” della quale Armao si è fatto portavoce.
Niente ticket con Musumeci, quindi, per il Cavaliere, nonostante l’ipotesi nelle scorse ore si fosse fatta strada e fosse stata confermata da diversi dirigenti del centrodestra, compresi quelli di Forza Italia. Ipotesi rilanciata anche in queste ore da Storace: “La Sicilia aspetta futuro, la Sicilia aspetta di poter risorgere – dice Storace al leader di Forza Italia in una video lettera dalla spiaggia di Capo d’Orlando. – E lo può fare solo con un gentiluomo, un galantuomo, una persona onesta, pulita, libera: si chiama Nello Musumeci”.
Ma questa idea potrebbe sfumare di fronte alla scelta del Cavaliere, che si affiderebbe così a un candidato considerato più moderato e già in passato in grado di dialogare, da autonomista, con moderati sia di centrodestra che di centrosinistra (Armao è stato assessore con Lombardo sia nella prima che nella seconda fase di quell’esperienza).
Ma se la scelta di Berlusconi dovesse tradursi in realtà, ecco nuovi problemi all’orizzonte. Dall’entourage di Nello Musumeci filtra infatti che il candidato di “Diventerà Bellissima” non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. Anzi, in queste ore sono stati intensificati gli appuntamenti nella Sicilia orientale e già la prossima settimana potrebbero spuntare i primi manifesti elettorali.
Un nuovo strappo nel centrodestra, dopo quello di cinque anni fa: questo quindi il rischio adesso assai concreto per la coalizione che da tempo dialoga alla ricerca di una soluzione che accontenti tutti. E resterà da capire a quel punto quali potrebbero essere gli effetti all’interno di Forza Italia in Sicilia dove molti dirigenti da tempo hanno espresso anche pubblicamente l’intenzione di sostenere Musumeci o considerano tardiva, al di là delle capacità del professore, l’ipotesi Armao. Mentre Musumeci, ricorda qualcuno di questi, è già in campagna elettorale da mesi. E nel centrodestra qualcuno mugugna: “A Berlusconi non interessa la Sicilia: vuole solo fare un esperimento in vista delle politiche. Un pretesto per scrollarsi di dosso le aeree più estreme del centrodestra in vista di un futuro accordo con Renzi”. Ma queste sono solo ipotesi. Prima c’è la Sicilia. Dove cinque anni fa il centrodestra si presentò diviso. Uno scenario che potrebbe ripetersi ancora.