CATANIA – “Fino a ora la sua è un’autocandidatura”. Il riferimento è al sindaco Enzo Bianco e a parlare in occasione di un’intervista al programma radiofonico #Cataniacittàmetropolitana, è Marco Forzese, ex deputato della Regione Siciliana e anche ex alleato del primo cittadino etneo, prima di allontanarsi dall’esperienza e passare dall’altro lato della barricata. Alle ultime regionali, infatti, Forzese si è candidato nella lista riferimento del ministro Angelino Alfano in sostegno del centro-sinistra, ma già dal giorno dopo la disfatta delle regionali che hanno Incoronato presidente della Regione Nello Musumeci, ha iniziato ad avvicinarsi alla coalizione di centrodestra, in particolare a Diventerà bellissima.
Secondo Forzese, dunque, le candidature ufficiali per la prossima guida di Palazzo degli Elefanti al momento non contemplerebbero quella dell’attuale primo cittadino etneo, che avrebbe avanzato da solo la propria, senza aver ricevuto il placet del Partito, ma solo quello personale di esponenti democratici vicini al primo cittadino. “Bianco è autocandidato – ha detto. Non mi sembra che alcun partito abbia fatto il suo nome. Non mi sembra – ha aggiunto – che, oltre ad Anthony Barbagallo (che ha esternalizzato l’appoggio sulle pagine della Sicilia n.d.r.) qualcun altro abbia fatto il nome di Enzo Bianco. Non lo ha fatto ad esempio il campione di voti alle ultime regionali, Luca Sammartino – incalza – che, a quanto ne so, non ha ancora ufficializzato quale candidato appoggerà”.
A differenza di Salvo Pogliese, che ha ricevuto un mandato ufficiale da Forza Italia e, anche se pare con qualche mal di pancia, è considerato il candidato della coalizione di centrodestra. E a differenza degli altri candidati, Grasso del M5S, e i civici Emiliano Abramo e Riccardo Pellegrino, sganciati dai partiti.
In effetti, oltre all’ex assessore Barbagallo, anche gli esponenti Dem di area Cgil, Angelo Villari, Concetta Raia e Luisa Albanella, hanno indicato in Bianco il naturale candidato della coalizione di centrosinistra, avanzando però l’ipotesi di un tavolo di concertazione tra alleati, nel caso si optasse per un altro nome. Un chiaro segnale del fatto che, evidentemente, questo cerchio intorno all’attuale primo cittadino non sembra affatto chiuso.
Queste incertezze e la mancata “apertura” ufficiale da parte del partito potrebbero portare Bianco a optare per una scelta civica, sul modello seguito da Leoluca Orlando, come ipotizzato più volte: un modo per il primo cittadino per sganciarsi dal Pd, che sembra ormai una formazione in caduta libera, e per ampliare la platea di consensi e voti, rosicchiandola anche ad altre anime civiche. Un modo anche per scollegarsi dal suo partito, all’interno del quale, in quello catanese in particolare, non sembrano tutti concordi a sostenerlo. Tanto che, all’interno dei democratici qualcuno starebbe pensando addirittura alle primarie.
Il silenzio attuale di alcune formazioni, quasi assordante, sembrerebbe avvalorare questa tesi. lombardiani, sammartiniani, d’agostiniani: nessuno di questi, al momento, sembra aver assunto una chiara collocazione. E tra i corridoi si rincorrono insistenti rumors sul fatto che in tanti non avrebbero intenzione di sostenere il sindaco uscente. Pare anzi che alcuni consiglieri comunali che fanno riferimento ai tre esponenti politici, starebbero pensando a una candidatura autonoma, prelevando il nome direttamente dal consiglio comunale. Un modo per intercettare gli indecisi e spingere i tre leader ad ascoltare la base nella scelta delle future alleanze. Sarebbe già pronto un documento di condivisione di intenti da sottoporre ai “capi bastone”.