“Bianco non mantiene le promesse| Mia nipote si è candidata con lui” - Live Sicilia

“Bianco non mantiene le promesse| Mia nipote si è candidata con lui”

Daniele Distefano, a sinistra, insieme a Enzo Bianco

I senza casa che vivono da più di un mese in Cattedrale rispondono al sindaco Enzo Bianco: “Ci conosce benissimo”. GUARDA LE FOTO

l'occupazione in cattedrale
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CATANIA – La tensione tra i senza casa che protestano da più di un mese nella Cattedrale di Catania e il sindaco Enzo Bianco è alle stelle. Dopo l’intervento, nei giorni scorsi, del primo cittadino, che ha sostenuto di non aver mai avuto alcun rapporto elettorale con i manifestanti, né di aver fatto alcuna promessa durante le elezioni del 2013, “solo intendimenti generici”. ma soprattutto di non conoscere i leader della protesta Daniele Di Stefano e Aurora Distefano (raggiunti da un avviso orale della Questura), arriva la risposta dei manifestanti: “Il sindaco Enzo Bianco – dice Di Stefano – ci conosce benissimo, abbiamo fatto la campagna elettorale del 2013 a Librino per lui e nostra nipote è stata candidata nelle sue liste, si tratta di Vincenza Alessia Costanzo, candidata nella lista Primavera per Catania, dove ha preso 278 voti”.

Cattedrale gli occupanti nel 2005 accompagnati da Daniele Di Stefano con il sindaco Umberto Scapagnini

Il loro rapporto con il Comune di Catania inizia ai tempi di Scapagnini. Un rapporto di forza, fatto di promesse e di case concesse, spesso, in piena campagna elettorale. “Io e mio marito – racconta Aurora De Luca – eravamo stati protagonisti, nel 2005, insieme a diversi residenti dei quartieri periferici, di una protesta simile con l’occupazione della Cattedrale. Il sindaco era Umberto Scapagnini e abbiamo lottato fino alla fine per far sentire la nostra voce, per gridare il nostro disagio.”

Da sinistra Giuseppe Idonea, Amanda Succi e Di Stefano durante una manifestazione

Le richieste degli occupanti della Cattedrale erano uguali a quelle di oggi, aiuto per il lavoro, rivedere le graduatorie delle case popolari e affrontare l’emergenza abitativa. “Siamo stati insieme al sindaco tante volte e in tanti posti, qui nel quartiere, con mia nipote e con persone vicinissime al primo cittadino, tutto testimoniato da numerose foto, le promesse erano sempre quelle – continua Aurora – l’apertura del San Marco, con la prospettiva di diversi posti di lavoro, la sistemazione del quartiere, quella delle piazze, gli ascensori fermi e guasti da fare ripartire, le case da ristrutturare e quelle da consegnare, la costruzione veloce di alloggi popolari per far fronte alle esigenze delle tante famiglie che vivono nei garage o negli uffici. Non eravamo i “turisti al Palazzo degli Elefanti” che scattano un selfie con il primo cittadino, ma qualcosa di più.”

“Non abbiamo chiesto “case di proprietà” – aggiunge la De Luca – che quasi mi viene da ridere, certo abbiamo inscenato una protesta eclatante perché si accendessero i riflettori sui quartieri da sempre abbandonati, ritenuti grandissimo bacino di voti, e le promesse vanno mantenute – continua Aurora De Luca – mettiamo a conoscenza la nostra gente di quello che è stato fatto anzi di quello che non è stato fatto, molti di noi sono gli elettori di questa amministrazione e siamo ridotti in Cattedrale ognuno con la sua storia, con i suoi bisogni, mamme e bimbi abbandonati che non sanno nemmeno in che ufficio recarsi, fantasmi, non ci stiamo.”

Gli incontri con l’amministrazione al Palazzo dei Chierici sono stati infruttuosi, l’ultimo, venerdì scorso quando al tavolo non era presente ne il sindaco ne il Prefetto e i “disagiati” hanno lasciato il luogo dell’incontro.


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