Giornata lunga e clima pesante all’Assemblea regionale siciliana. Ancora scossi dall’arresto di
Riccardo Minardo, che riapre in modo netto la riflessione sulla questione morale anche dentro Palazzo dei Normanni, i deputati hanno iniziato a confrontarsi su bilancio e finanziaria. Un confronto iniziato e spesso interrotto per dare spazio e interminabili riunioni tra questa e quella parte politica nel tentativo di trovare la quadra.
La giornata è iniziata con l’annuncio di una drastica dieta per la Finanziaria regionale. L’esame del maxiemendamento governativo, effettuato dagli uffici della Presidenza dell’Ars, ha portato allo stralcio completo di 16 articol (da 59 a 43). Tra i commi eliminati dal maxiemendamento c’è quello che prevede la cancellazione dell’Istituto regionale della vite e del vino mentre viene confermata l’abolizione della commissione regionale per l’impiego e dei consorzi per il ripopolamento ittico. Cassata la norma che prevedeva il trasferimento della gestione idrica dall’Eas al dipartimento per i rifiuti e le acque. Di altri 6 articoli sono stati soppressi in totale 11 commi. Dell’articolo 3 rimangono in piedi i commi che riguardano il patrimonio immobiliare degli Iacp. Dal maxiemendamento è stata cassata la norma che istituiva un fondo di garanzia a gestione separata per le grandi imprese colpite dalla crisi con sede in Sicilia. Saltano anche la deroga per i regimi d’aiuto ricompresi nei piani operativi cofinanziati dall’Ue, la sopprressione dell’Istituto regionale vite e vino, l’istituzione della commissione consultiva regionale della pesca, l’incremento del contributo per l’istituto incremento ippico di Catania, le norme ambientali e di tutela del territorio (art. 36). Cassate le norme sulla ricomposizione del consiglio del parco archeologico di Agrigento (art. 38), del consiglio regionale dei beni culturali (art.39) e sul sistema idriico integrato (art. 41).
E se da un lato il presidente dell’Ars Francesco Cascio ha fatto “dimagrire” la Finanziaria, dall’altro ha anche esortato i deputati a evitare pratiche ostruzionistiche.
In aula anche l’assessore al Bilancio Gaetano Armao che ha ribadito il momento “particolare” per le finanze regionali. “Come già detto in commissione bilancio – ha ribadito – i margini di manovra sono strettissimi. Il bilancio sarà triennale ma la triennalità quest’anno deve essere letta in chiave diversa, perchè nel 2011 si definirà la trattativa con lo Stato sul federalismo fiscale. Dire oggi come sarà il bilancio dell’anno prossimo è impossibile. Chiedo a tutti la difesa delle prerogative dell’Assemblea e del governo siciliano – ha aggiunto Armao replicando a quanti hanno ‘pronosticato’ l’impugnativa dei documenti contabili da parte del Commissario dello Stato -. Questa è una manovra che cerca di introdurre elementi di risanamento e inversione di tendenza senza perdere di vista lo sviluppo della Sicilia”.
Secondo Livio Marrocco, capogruppo di Fli, “La riscrittura del maxi-emendamento del governo alla Finanziaria ha accolto quasi tutte le istanze” del partito. “Così come da noi sollecitato sono previste le abolizioni dei Consorzi di ripopolamento ittico, della Commissione regionale per l’impiego, di quelle provinciali per la tutela dell’ambiente e di quelle tecnico- scientifiche dei parchi. Fli ha pure ottenuto la riduzione per il primo anno del rincaro dei canoni demaniali marittimi”.
“Attraverso il maxiemendamento alla finanziaria – tuona Giacomo Di Benedetto, deputato regionale del Pd – il governo intende abolire il tetto inserito lo scorso anno al numero degli Ato-rifiuti, che avevamo ridotto da 27 a 10. Insomma, il governo vuole le mani libere per aumentare il numero degli Ato: è una norma scandalosa che deve essere immediatamente eliminata, perché percorrendo la strada che vorrebbe premiare i soggetti ‘virtuosi’, si corre il rischio di tornare al modello di gestione dei rifiuti voluto da Cuffaro”.
“Non potremo che votare contro questo bilancio – annuncia il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini – è un provvedimento che non aiuta la Sicilia, non aiuta gli imprenditori, i lavoratori né, meno che mai, l’agricoltura. In questi giorni è pure venuta meno ogni possibilità di confronto; in ogni caso, non si può immaginare un confronto negli ultimi tre giorni utili prima di un sempre più possibile commissariamento”.
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Dopo più di due ore – commenta Cateno De Luca (Sicilia Vera) – i lavori d’aula non riprendono perchè sono in corso trattative serrate tra il governo e il Pdl che non riescono a concludersi per carenza di risorse economiche. “Per quanto mi riguarda non partecipo a nessuna trattativa e continuo convintamente attraverso lo strumento concreto degli emendamenti che ho presentato, ad oppormi a questa manovra finanziaria. Sono assolutamente contrario ad inciuci che si consumano nei corridoi di palazzo dei Normanni”. “L’unico luogo in cui tuttele forze politiche di maggioranza ed opposizione sono chiamate a confrontarsi è l’aula – conclude De Luca – e per quanto mi riguarda solo in quel luogo si misureranno le diverse proposte. Se qualcuno pensa che basta un accordo tra il governo e il Pdl per concludere il percorso del bilancio sta commettendo un grave errore politico”.
De Luca chiede quindi un rinvio dei lavori a domani ma ribadisce il proprio “no” a Bilancio e Finanziaria e definisce “non praticabili le proposte del governo”. Richiesta di rinvio supportata anche da Mancuso (Pdl)
La lunga interruzione non ha quindi portato la pace. La presidenza decide di proseguire stasera con la rubrica delle Entrate al bilancio di previsione 2011 per poi tornare in aula domani mattina. Sarà una lunga notte insomma.