MESSINA – Oltre centoventi carabinieri hanno eseguito stamani a Messina Tortorici, Reggio e Vibo Valentia un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone (di cui 13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla P.G.), accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le persone raggiunte da ordinanza cautelare sono Giuseppe Mazzeo, 50 anni, Rosario Abate 35, Carmelo Barile, 36, Andrea Calcò Labruzzo, 27, Giuseppe Castorino, 31, Graziano Castorino, 48, Carmelo Gennaro Conti, 35, Giuseppe Costanzo Zammataro, 43, Francesco Leandro, 22, Cettina Mazzeo, 25, Maria Minutoli, 58, Francesco Nesci 21, Paolo Nirta 45, Maurizio Savoca, 53, Alessandro Talamo, 35, Mirko Talamo 35, Gregorio Tassone, 30, Marika Trischitta, 35, Gregorio Vainella, 23.
C’è un pentito
I militari in seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno scoperto un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti operante principalmente nella zona sud della città di Messina che spacciava cocaina nel capoluogo di provincia, ma anche nel comune di Tortorici. Si rifornivani da un esponente di spicco della famiglia Nirta, ai vertici della ‘ndrangheta calabrese. Nello specifico uno degli arrestati Paolo Nirta è figlio di Giuseppe Nirta, 82 anni detenuto all’ergastolo per le vicende inerenti la faida di San Luca, nonché fratello di Sebastiano Nirta 51 anni e Francesco Nirta 48 , entrambi detenuti all’ergastolo per il loro coinvolgimento nella strage di Duisburg, avvenuta in Germania nel 2007 r Il fornitore, a sua volta si avvaleva di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente “a domicilio” fino alla città di Messina.
Come viaggiava la droga
Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina in quanto, per sfuggire a eventuali controlli, in particolare ai frequenti controlli presso l’area cd. “imbarcaderi” dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano autovetture modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne appositi nascondigli (doppi fondi) ove occultare la sostanza illecitamente trasportata. Sequestrate durante l’operazione diversi quantitativi di stupefacenti in un episodio 3kg di cocaina.