CATANIA- L’operazione Caronte dei carabinieri sotto il coordinamento del procuratore Capo Giovanni Salvi e dei pm Antonino Fanara e Agata Santonocito ha portato alla luce il sistema di gestione degli autotrasporti ipotizzando l’esistenza di una vera e propria cupola.
Ecco tutti gli indagati, le accuse e le società sequestrate.
Rosario Bucolo, Sergio Cannavò, Francesco Caruso, Vincenzo Ercolano, Francesco Guardo, Michele Guardo, Cesare Marletta, Camillo Pulvirenti, Natale Raccuia e Giuseppe Scuto sono indagati per associazione mafiosa “per aver fatto parte dell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano e per essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, la pubblica amministrazione…con l’aggravante di essere l’associazione armata.
Giovanni Malavenda è indagato di concorso in associazione mafiosa perché “quale imprenditore che gestisce imprese operanti nel settore della lavorazione e commercializzazione della carne con sede a Reggio Calabria e interessi commerciali nella provincia di Catania concorreva, pur senza esserne formalmente affiliato nell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.
Carmelo Motta è indagato per concorso in associazione mafiosa quale commerciante di carne, avrebbe “partecipato alla distribuzione di affari controllati direttamente o indirettamente dall’organizzazione mafiosa versando somme di denaro all’organizzazione criminale che, in uno stabile rapporto sinallagmatico, si occupava di recuperare i crediti aziendali in sofferenza e di risolvere conflitti con le altre imprese”.
Enzo Ercolano è indagato anche perché avrebbe compiuto atti di concorrenza con violenza e minaccia, obbligando clienti e fornitori che volevano operare nel mercato del trasporto su gomma a rivolgersi alle sue imprese e impedendo ad altre imprese di operare con i suoi clienti ad un prezzo di mercato libero”. Enzo Ercolano avrebbe anche costretto il figlio di D. M. “”a rinunciare a un lavoro che aveva già ottenuto per il trasporto di materiale in favore della Geotrans”.
Avrebbe anche costretto “F.R. Titolare dell’omonima azienda attiva nel settore dei trasporti su strada, a ritirare alcune offerte per trasporti a prezzi più convenienti di quelli praticati da Ercolano, che gli avrebbero consentito di ottenere commesse dalla Ortogel di Caltagirone”.
Enzo Ercolano e Santo Massimino sono indagati in concorso perché mediante la mincaccia avrebbe commesso atti idonei diretti a costringere Salvatore Palella, già proprietario delle quote sociali dell’Acireale Calcio 1946 a concludere un contratto per l’acquisto del marchio della medesima squadra prima a 15mila euro e poi di 20mila euro.
Santo Massimino è indagato anche perché mediante mincaccia “derivante dall’appartenenza all’associazione di tipo mafioso” avrebbe costretto “Salvatore Palella, già proprietario delle quote sociali dell?Acireale Calcio a pagargli, tramite bonifico bancario la somma di 5mila euro per l’utilizzo del marchio della medesima squadra nella stagione 2012/2013”.
Enzo Ercolano, Luigi Calascibetta, Giacomo Greco, Pietro Virga, Mario Ercolano e Alfio Catania sono indagati perché “mediante la micaccia implicitamente derivante dall’appartenenza alle famiglie di cosa nostra di Catania e Palermo”, avrebbero costretto “D.S.R., gestore del negozio De Luxe Color, a pagare 9mila euro a saldo della fornitura di colori acquistata dalla Favel Srl di Palermo, riconducibile a Luigi Calascibetta”.
Vincenzo Aiello è indagato per avre costretto B.P., titolare della Bruno Carni Srl, a consegnare loro somme di denaro a titolo di messa a posto nella misura di 30mila euro.
Rosario Bucolo, Cesare Marletta, Natale Raccuia e Bernardo Cammarata sono accusati di detenzione illegale di armi, parti di armi e munizioni, con l’aggravante di aver commesso il fatto per “scortare” il capo mafia Vincenzo Aiello.
Rosario bucolo, Natale Raccuia e Andrea Bucolo sono accusati di aver ceduto e detenuto eroina e cocaina.
Enzo Ercolano, Pietro Virga, Giovanni Pastoia e Fabio Brusca sono accusati “al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali”, di aver omesso “di modificare l’attribuzione delle quote sociali della Savise Srl risultando nella disponibilità al 50% di Enzo Ercolano e al 50% di Pietro Virga e di Pastoia Francesco, fino al decesso e di Giovanni Pastoia.
Enzo Ercolano è indagato anche con Alfio Aiello, Vincenzo Aiello, Francesco Caruso e Stefania Di Napoli per averattribuito fittiziamente prima a Francesco Caruso e Stefania Di Napoli la titolarità della società Servizi Autostrade del Mare Srl.
Francesco Caruso, Giuseppe Scuto, Orazio Lo Faro e Stefania Di Napoli sono accusati di aver attribuito fittiziamente le quote della Servizi Autotrasportatori Europei prima a Stefania Di Napoli e poi a Orazio Lo Faro.
Enzo Ercolano è indagato con Stefania di Napoli, Giuseppe Scuto e Salvatore Scuto per attribuito fittiziamente le quote sociali del Consorzio Autotrasportatori Italiani Service.
Carmelo Motta è indagato con Rosario Bucolo per aver eluso le disposizioni di legge intestando fittiziamente la Someca Srl, la Due Emme Srl, la Gema ad altre persone rispetto ai reali titolari delle quote.
TUTTE LE AZIENDE SEQUESTRATE. A Francesco Caruso è stato sequestrato un immobile a Trecastagni e numerose società: Benny Service srl, Hiram Broker Srl, Consorzio Autotrasportatori Italia Service, Gi.Ben. Pubblicità Srl, Truck service Srl, Caiservice Srl
Ad Enzo Ercolano sono state sequestrate la E.Tr di Ercolano Cosima Palma, la Geotrans Srl, Geotrans Logistica Frost Srl, la C.o.p.p Commercio Prodotti Petroliferi Srl che gestisce la cava di sabbia ad Agnone Bagni, Rcl Società Cooperativa.
Francesco Guardo ha subito il sequestro di un immobile a Randazzo, il 99% della Nuova Edilizia Snc, il 50% della Futuria Costruzioni Srl, il 50% della Edil Giotto e una Dodge Nitro.
A Michele Guardo sono stati sequestrati tre veicoli e la Gm di Guardo Michele.
Carmelo Motta ha subito il sequestro della Due Emme Srl, Ge.Ma Srl, unipersonale, Someca Srl di Belpasso. Scuto Giuseppe era titolare di un’autorimessa a San Giovanni La Punta e ha subito il sequestro del 100% delle quote sociali del Consorzio Cai Service, il 100% delle quote sociali del Consorzio Co Tral Service, il 100% del Cam Service, il 100% delle quote sociali del F.P. Service. E ancora: New Internationale Trade Logistic Srl, Cas Service e Consorzio Eco.
Nella disponibilità di Pietro Virga c’erano le quote sociali della Savie Sxpress Srl.
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