PALERMO – Cinque anni e mezzo per il professore di Diritto privato Luca Nivarra. Cinque anni per l’avvocato Fabrizio Morabito. Due anni per un altro avvocato ed ex amministratore giudiziario, Walter Virga. Sono queste le richieste di pena avanzate dai pubblici ministeri Claudia Ferrara e Francesca Dessì al processo che ruotava attorno all’eredità di un ricco possidente.
Testamento annullato
Il testamento fu impugnato e il Tribunale lo annullò. Durante la procedura emersero le presunte irregolarità nella gestione del patrimonio di Bartolomeo Sapuppo e favori nell’assegnazione di consulenze legali.
Nivarra nel 2006 era stato incaricato dal Tribunale civile di occuparsi di una settantina di appartamenti. Nel 2014 aveva passato il testimone a Morabito, di cui avrebbe suggerito il nome al Tribunale. Nello stesso anno il testamento fu annullato per “incapacità del testatore”. L’amministratore provvisorio dovette restituire i beni agli eredi. Dall’analisi contabile emerse che i due legali si sarebbero appropriati di oltre 87 mila euro di affitti pagati in contanti dagli inquilini e mai versati sul conto corrente.
Per coprire gli ammanchi Nivarra avrebbe presentato “relazioni ideologicamente false”. Morabito, invece, si è difeso sostenendo che la colpa era degli inquilini morosi. Nel corso delle indagini Morabito ha prima restituito 67 mila euro che, così ha detto, aveva trovato tra i carteggi della gestione, e poi ha effettuato diversi bonifici sul conto corrente della procedura per quasi 99 mila euro.
Intrecci sul caso Saguto
Le indagini si sono incrociate con quelle del caso Saguto, dal nome dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, radiata dalla magistratura, che attende l’esito del ricorso in Cassazione dopo essere stata condannata in primo e secondo grado. Nel 2014 Virga, nominato da Sivana Saguto amministratore giudiziario del patrimonio degli imprenditori Rappa, scelse Nivarra per delle consulenze pagate 15 mila euro. Un incarico fittizio, secondo l’accusa, svolto solo sulla carta. I Rappa si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Raffaele Bonsignore. Gli eredi Sapuppo sono assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira. La parola passa alle difese, poi la sentenza de tribunale presieduto da Fabrizio La Cascia.