Peculato e truffa, blitz con 15 arresti| Una retata scuote la Regione - Live Sicilia

Peculato e truffa, blitz con 15 arresti| Una retata scuote la Regione

Arresti in corso a Palermo. Nel mirino tredici funzionari regionali e due imprenditori che avrebbero dirottato sui propri conti correnti i soldi per le forniture. Altri avrebbero gonfiato la busta paga con ore di straordinario mai fatte.

PALERMO – Tredici dipendenti della Regione e due imprenditori. Tutti agli arresti domiciliari. I soldi per le forniture pagate dalla pubblica amministrazione finivano nei conti correnti personali degli impiegati. In tutto finora sono state smascherate operazioni per 500 mila euro. E poi c’è il capitolo straordinari con gli impiegati che avrebbero dichiarato di essere rimasti in servizio oltre l’orario di lavoro. Quando, invece secondo l’accusa erano già a casa. E gonfiavano le buste paga.

L’operazione è dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo che stanno eseguendo le misure cautelari. Le accuse sono peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica.

Le indagini, nate dalla denuncia dell’ex direttore della Formazione, Ludovico Albert, sono state eseguite dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica e hanno consentito di riscontrare il meccanismo illecito. Un meccanismo su cui aveva già messo gli occhi la Procura regionale della Corte dei conti che ha già citato alcuni dipendenti a giudizio. Che ci fosse qualcosa di illecito sotto si era intuito alcuni mesi fa, quando Emanuele Currao, funzionario dell’area Affari generali del dipartimento dell’Istruzione e della formazione professionale della Regione, era stato raggiunto da un provvedimento di sequestro. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo gli avevano tolto quasi settanta mila euro. Tecnicamente si chiama sequestro conservativo. In pratica, i finanzieri mettono i soldi da parte in attesa che la vicenda giudiziaria si concluda. Secondo l’accusa, Currao avrebbe gonfiato il suo conto corrente personale con 85 mila euro della Regione che in realtà sarebbero dovuti servire per pagare alcuni fornitori. Non solo: Currao entrava nel sistema informatico per disporre i mandati di pagamento con la password della dirigente Maria Concetta Cimino, ma lo avrebbe fatto in un periodo in cui in ufficio non doveva proprio metterci piede. Il funzionario, infatti, era stato sospeso per sei mesi. Un provvedimento disciplinare deciso per via del suo coinvolgimento in un’inchiesta penale.

I fatti contestati alle persone finite oggi ai domiciliari sono tutti commessi fra il 2009 e il 2011. Riguardano i pagamenti destinati a imprese e professionisti a cui non sono state saldate le fatture. Insomma, soldi dovuti, ma mai pagati. In mattinata tutti gli aggiornamenti.


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