Bonsignore (Cimo): "Sanità in crisi, ma la politica pensa alle nomine" - Live Sicilia

Bonsignore (Cimo): “Sanità in crisi, ma la politica pensa alle nomine”

Il sindacalista: segnalazioni continue dai pazienti
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Dottore Giuseppe Bonsignore, segretario regionale del Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri, come sta la sanità in Sicilia?
“Male, purtroppo. I pazienti, come i medici e gli infermieri, sono in crisi”.

Storia vecchia.
“Sì, ma adesso si vive con punte drammatiche. Chi soffre ha difficoltà a ricevere risposte celeri. dall’assistenza pubblica. Chi lavora si sente accerchiato”.

Perché?
“Perché il medico che compie delle scelte non semplici, con spirito di servizio, può incorrere in problemi. Mi viene in mente, per esempio, la famosa vicenda della gamba rotta nel cartone a Patti. Aspettiamo gli sviluppi e non anticipiamo sentenze. Se ci sono stati comportamenti scorretti e verrà provato è giusto che siano sanzionati. Ma il contesto resta comunque in emergenza”.

Il pronto soccorso è sempre un fronte caldissimo.
“Nessuno vuole andarci, anche per il rischio di prendersi pugni e calci. Le strutture sono tutte in affanno. Sa qual è il punto?”.

Prego.
“I pronto soccorso, specialmente quelli più piccoli, dovrebbero essere accorpati, per concentrare gli operatori in ambienti maggiormente attrezzati. Ma anche lì certa politica alimenta le paure dei cittadini che vogliono l’unità sotto casa. E se poi non funziona? E se hai davvero bisogno? Ci sono ospedali, mi consta personalmente, in cui viene suggerito ai pazienti di andare altrove”.

Ora ci sarà l’ultima infornata di nomine.
“L’argomento non mi appassiona, perché non credo che le sorti della sanità siciliana possano cambiare. Per tutto, ormai, il merito è soltanto una delle opzioni, quando c’è. Si tratta di un’agenda di spartizioni, con una pesante influenza della politica che dovrebbe occuparsi di altro”.

Di cosa? Glielo chiedo, anche se la domanda suona retorica….
“Di migliorare le condizioni generali della nostra sanità. I guai del settore sono nazionali, solo che in Sicilia stiamo peggio”.

Ne è sicuro?
“Certo, ricevo ogni giorno centinaia di telefonate e di segnalazioni. Chi può permetterselo ricorre al privato, pagando. Gli altri aspettano”.


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