PALERMO – Aggiornamento 13.55 La Regione sbaglia i conti. E fa infuriare i dirigenti generali. Dopo la pubblicazione su Live Sicilia dell’articolo sui tassi di assenza dei regionali, ecco piovere le prime rettifiche. Ma non nei confronti dell’articolo, che si basava sui dati pubblicati dalla Regione stessa, ma nei confronti della Funzione pubblica. Il primo risultato? La correzione dei dati relativi al dipartimento Turismo che, stando ai numeri pubblicati sul sito ufficiale dell’amministrazione regionale, risultava quello col maggior tasso di assenza (11,3%). Dato corretto già stamattina dal dipartimento: il dato scende al 7,59%. In calo, rispetto al dato dello scorso trimestre, quando si attestava intorno all’8,5%. “Voglio anche evidenziare come – precisa il dirigente generale del dipartimento, Alessandro Rais – nel periodo in questione luglio-agosto-settembre, quattro dipendenti affetti da gravi patologie abbiano da soli inciso per il 24,2% sul totale malattie dell’intero trimestre (ovvero 196 giorni di malattia totalizzati da 4 dipendenti su un complessivo di 810 giorni relativi a tutti i 363 dipendenti del dipartimento Turismo.
Così lo “scettro” del dipartimento più “fannullone” resta in mano a quello dei Beni culturali, guidato da Rino Giglione, come era già accaduto nel trimestre precedente. Il tasso di assenza, infatti sale ancora: passa dall’11,14 all’11,24%.
Al dipartimento del bilancio e del tesoro mancheranno tanti dirigenti. Ma i dipendenti che lavorano alle direttive del Ragioniere regionale Mariano Pisciotta fanno segnare tra i più alti tassi di assenza della Regione: il 10,83%, di poco superiore al dipartimento degli affari extraregionali, guidato da Maria Cristina Stimolo, che si conferma tra gli uffici più colpiti dall’assenteismo (10,5% il tasso di assenza) e al dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico guidato da Ignazio Tozzo (10,36% di assenze).
Ma anche il presidente della Regione, fin dall’inizio impegnato nella “caccia ai fannulloni” dovrebbe fare un po’ più attenzione agli uffici, non a caso, definiti alle “dirette dipendenze” del governatore. L’Ufficio rappresentanza e cerimoniale diretto da Silvana Genova, fa infatti registrare tassi di assenza superiori al 9,5%. Di poco superiori a quello di un altro ufficio alle dipendenze di Crocetta: l’ormai surreale Ufficio stampa, svuotato di giornalisti ma ancora popolato da amministrativi: lì il tasso di assenza è del 9,14%. Per non parlare della Segreteria generale guidata da Patrizia Monterosso, dove il tasso di assenza è addirittura del 10,22%.
Ancora troppo alti i tassi di assenza anche all’assessorato regionale del Lavoro dove, però, si registra una certa omogeneità tra i dipartimenti. Le assenze tra gli uffici della Famiglia e quelli del Lavoro e dell’orientamento, infatti, sono quasi identiche: il 9,85% per il dipartimento diretto da Antonella Bullara, il 9,87% per quello adesso (ri)diretto da Anna Rosa Corsello, e oggetto, proprio nel periodo preso in considerazione dal report, dal vorticoso valzer di dirigenti: via la Corsello, ecco Oieni (per poche ore), poi Cartabellotta, infine di nuovo Anna Rosa Corsello. Alto (al 9,8%) anche il tasso di assenza al dipartimento degli Interventi infrastrutturali in Agricoltura, guidato da Rosaria Barresi.
In tutti questi casi, insomma, su dieci giorni di lavoro c’è almeno un giorno di assenza. Ma come detto, ecco anche le “luci”: è il caso dell’Ufficio del garante dei detenuti, che nelle ultime rilevazioni ha fatto registrare tassi di assenza elevatissimi (nello scorso trimestre quasi pari al 28%). Adesso, il tasso è appena del 2,73%, anche se questo report tiene in considerazione solo 22 giorni di lavoro nel trimestre. Solo due giorni di assenza sui 600 lavorativi totali invece negli “uffici di diretta collaborazione del presidente” . Mentre il miracolo è in Europa: zero assenze sui 248 giorni lavorativi nel trimestre nell’ufficio di Bruxelles. Che, fatti due conti, equivalgono all’impegno di quattro persone. Nessuna di queste, stando alla rilevazione, si è assentata. L’aria fresca del Belgio fa anche bene alla salute.