Bosio: un'arma, due delitti - Live Sicilia

Bosio: un’arma, due delitti

Nino Madonia usò la stessa arma per due delitti. Lo hanno detto questa mattina i marescialli del Ris Giampaolo Leone e Sebastiano Perrone deponendo davanti alla corte d’assise di Palermo nel processo per l’omicidio di Sebastiano Bosio, il primario della Chirurgia vascolare del Civico assassinato il 6 novembre 1981, in cui è imputato Madonia. Secondo i rilievi del Ris sui proiettili forniti al laboratorio dal medico legale Paolo Procaccianti, che fece l’autopsia sul cadavere del medico, l’arma che freddò Bosio, una calibro 38, è infatti la stessa che sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, fu utilizzata dal killer di Resuttana per uccidere due meccanici di Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici.

Per quel duplice omicidio, Madonia è già stato condannato all’ergastolo. Le indagini sul caso Bosio erano state archiviate negli anni ’80 e riaperte tra il ’95 e il ’96, per essere poi di nuovo archiviate. Nel 2005 fu il pm Lia Sava a riaprirle grazie alle dichiarazioni dei pentiti Francesco Di Carlo e Francesco Marino Mannoia, che avevano indicato fra i killer alcuni dei componenti della famiglia mafiosa dei Madonia del quartiere Resuttana. Secondo la tesi dei collaboranti, Bosio, considerato inavvicinabile dai boss, sarebbe stato ucciso per avere trattato senza il dovuto rispetto alcuni mafiosi. Il processo e’ stato rinviato al 2 luglio.


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