CATANIA – Botta e risposta tra Comune e Corte dei Conti sulla situazione reale dei conti del Comune. La Corte di Palermo ha chiesto spiegazioni sul rendiconto 2011 e sul bilancio di previsione 2012, evidenziando la permanenza di criticità nei due documenti contabili. Persistono, secondo l’organo di controllo, numerosi interrogativi relativi non solo ai tempi di approvazione – “tardiva approvazione rispetto al termine di legge”, scive la Corte dei Conti – ma soprattutto ad alcune voci riferite agli equilibri di bilancio. (leggi il documento). Il Comune però ha risposto punto per punto.
Numerosi i punti da chiarire riguardo i due documenti licenziati dal Consiglio comunale alla fine dello scorso anno. La Corte evidenzia “La presenza di consistenti entrate aventi carattere non ripetitivo (91.793.745,27 euro) non collegate ad altrettante spese aventi le medesime caratteristicche (66.208.377,88 euro) con incidenza sull’equilibrio di parte corrente”, obiezione alla quale la Ragioneria generale risponde con un prospetto aggiornato in cui le spese ammontano a 90.060.152,66 euro. Ma la Corte evidenzia anche “La modesta percentuale di riscossione, nell’esercizio di competenza, delle entrate derivanti dal recupero dell’evasione tributaria, con conseguente formazione di ingenti residui attivi. Per l’esercizio 2012, l’accertato appare molto distante dal trend della riscossione del precedente triennio”. Stessa criticità rilevata nelle sanzioni amministrative per violazione del codice della strada.
Anche in questo caso la Ragioneria risponde a ogni punto, per quanto riguarda le entrate da evasione, sottolineando come “non può esistere riscossione nell’anno stesso di emissione degli avvisi di accertamento, ma la stessa va indagata negli anni successivi” e dimostrando come la media delle riscossioni del biennio 2009/2011 ( 146.738.373 euro) sia stata superiore a quella del biennio 2007/2008 (115.946.689 euro). Per quanto riguarda le entrate da contravvenzioni per violazione del cds, l’amministrazione ha costituito, invece, un apposito fondo di svalutazione, accantonando quote dell’avanzo di amministrazione – che oggi è di 20.108.129,54 euro- e vincolandone una parte consistente. “Attraverso il progressivo accantonamento – scrive la Ragioneria – sarà possibile rapportare la quota iscritta in bilancio a quella effettivamente incassata”.
La Corte segnala inoltre “La presenza di consistenti debiti fuoti bilancio riconosciuti (886.774,22 euro nel 2011) – scrive ancora la Corte – e di passività ancora da riconoscere (86.504.865 euro)”. A preoccupare l’organo di controllo è in particolare il famoso debito con la Fasano costruzioni di circa 22 milioni di euro che, nonostante sia stato trasmesso al Tribunale del 2011 è stato contabilizzato dall’amministrazione comunale l’anno successivo. “Si segnala, in particolare – si legge ancora – il debito nei confronti della ditta Fasano Costruzioni, discendente dalla sentenza 4488/2011 del Tribunale di Catania, risulterebbe essere stato quantificato in 22 milioni di euro circa la parte creditrice e in 12 milioni di euro circa da parte del Comune di Catania. Tale importo è stato poi rideterminato dall’Ente in 9.5 milioni di euro. Inoltre, il dispositivo della predetta sentenza risulterebbe comunicato all’Ente dalla Cancelleria del Tribunale in data 6/04/2011 senza che nel relativo esercizio si sia proceduto al riconoscimento“. Un argomento spinoso sul quale si era aperto un ampio dibattito tra l’amministrazione comunale e l’ opposizione in Consiglio comunale che chiedeva chiarimenti sul debito fuori bilancio e di conoscere, alla luce dell’ingente importo, le eventuali conseguenze sui conti dell’Ente. Anche in questo caso, però, la Ragioneria risponde punto per punto. “In data 30 settembre 2012 – replicano dall’amministrazione – si è conclusa la ricognizione dei debiti fuori bilancio che ha riportato una situazione complessiva debitoria ammontante a 52.306.898,95 euro”. Cifra che, in seguito al riconoscimento di alcuni debiti aggiuntisi successivamente, ammonta oggi a 55.267.182,95 euro. Una cifra che, aggiunta al disavanzo di amministrazione di 140.106.095,65 ha obbligato il Comune a chiedere al Governo di aderire al cosiddetto Decreto Salva Enti.
“In ordine alla procedura denominata “Fasano Costruzioni – risponde ancora la Ragioneria – si rappresenta che l’avvocatura comunale con nota prot. 129166 del 22 Aprile 2013, ha trasmesso a questa ragioneria copia della sentenza con la relata notifica attestante la consegna dell’atto al Comune in data 12/11/2012″. La Ragioneria risponde puntualmente anche ai rilievi sollevati dalla Corte dei Conti in merito “All’utilizzo dei servizi per conto terzi al di fuori dei casi tassativamente individuati dal principio contabile 2025, con possibili refluenze sul calcolo del saldo finanziario rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità interno 2011”.
La Corte torna anche sui residui dell’esercizio 2011 e sul “notevole divario tra residui attivi e passivi attinenti ai servizi per conto terzi, con particolare riferimento agli esercizi precedenti il 2007. […] Un significativo delta si rileva sul dato complessivo che riporta 52.515.546,05 per i residui attivi e 106.944.816,75 per quelli passivi”. E ancora, sull’eccesso di anticipazioni di tesoreria e, soprattutto, sulla “presenza di una situazione di forte criticità nella gestione delle società partecipate, parte delle quali hanno registrato una perdita nell’ultimo triennio”.
Rimane comunque incerta la condizione dei conti del Comune, quando ancora non si conosce ancora l’esito della richiesta di adesione al Decreto Salva Enti, attualmente a Roma in attesa di approvazione, in base al Piano di rientro presentato dall’amministrazione. Un piano molto rigido che permette poche spese. Eppure, negli ultimi mesi,sono stati impegnati milioni di euro che graveranno sui bilanci del prossimo anno. A cominciare dalla proroga della convenzione con la società Multiservizi – dal 1/01/2013 al 31/12/2013 approvata lo scorso 17 maggio, e che impegna 12.842.172,48, proseguendo con i provvedimenti, datati tutti 31 maggio 2013, di impegno di spesa per gli esperti esterni: Marina Galeazzi, Giacomo Guglielmo, Giorgio Giulio Santonocito, Marco Morabito, Marcello Pulvirenti e Rosanna Pelleriti. Per quanto riguarda i primi sei, l’impegno di spesa si rende necessario “per garantire lo svolgimento dell’ordinaria amministrazione fino all’insediamento della nuova amministrazione”, si legge nei documenti, e ammonta complessivamente 21.905,49 euro; per l’architetto Pelleriti, invece, l’impegno è fino al 31 dicembre 2014 e l’importo è di 93.374,19 euro. Tutti fondi che, secondo quanto scritto negli stessi provvedimenti, graveranno sul bilancio 2013.
A eliminare qualsiasi dubbio in proposito è però lo stesso ragioniere generale, Giorgio Santonocito. “Il Piano di rientro prevede una contrazione del contratto di Catania Multiservizi – spiega Santonocito a LivesiciliaCatania – nella misura del 7 per cento e quanto effettuato per la partecipata è coerente con questa riduzione”. Non ci sarebbe alcun problema contabile e alcuna conseguenza sul Piano di rientro, secondo la Ragioneria, così come per gli impegni di spesa che prolungano di un mese i contratti dei consulenti esterni. “Gli esperti esterni decadono insieme al sindaco – aggiunge – per cui, il fatto che siano slittate le elezioni ha comportato la necessità di un ulteriore impegno di spesa”. Anche in questo caso, secondo Santonocito, non ci sarà alcuna conseguenza sul piano di rientro. “Sono figure previste nella dotazione organica – conclude – per cui le spese sono previste”