PALERMO – Non solo estorsioni. Al clan di Brancaccio i soldi del pizzo non bastavano e il boss Pietro Tagliavia avrebbe gestito, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari, anche il traffico di droga. Hashish e cocaina soprattutto, che sarebbero poi finite nelle principali piazze di spaccio della città, ma anche a Ficarazzi e Villabate.
Le intercettazioni della squadra mobile e della Finanza hanno svelato i meccanismi innescati dalla cosca e dai fedelissimi di Tagliavia per rifornirsi di sostanza stupefacente e poi per rivenderla. Come nel caso di una partita di droga venduta da Salvatore Giordano ad un pusher da cui attendeva il pagamento: “Come siamo combinati? Vedi di darmi questi soldi perché mi servono… glieli ho dovuti portare io i soldi alle persone, ho una nipotina da campare mio genero…mi sono preso un pub alla Vucciria. E’ una bomba, una bomba”. Il suo debitore lo aveva subito rassicurato: “L’ho presa da tre giorni, vado a fare ventimila euro e te li faccio avere”.
Ma gestire una piazza di spaccio non era semplice e Giordano era spesso entrato in contrasto con un uomo di fiducia del clan. Le microspie hanno captato un’accesa conversazione con un certo Totò (che non è stato identificato, ndr). Giordano non riusciva ad inserirsi nello spaccio di largo Vincenzo Balistreri, allo Sperone: a mettergli i bastoni tra le ruote sarebbe stato un certo Massimo, braccio destro di Antonino Marino dal quale pretendeva rispetto. Lo sfogo è lungo ed incisivo: Giordano non aveva alcuna intenzione di far spostare i “suoi ragazzi”. Anzi, avrebbe voluto metterne a spacciare altri.
“Io adesso ci sto andando, che minchia mi interessa a me, io ora aspetto che viene nel ponte, perché io devo campare… non può venire questo secchio di spazzatura a togliermi il pane dalla bocca, non esiste. Appena Tonino si mette in mezzo, Tonino si prende le responsabilità… le sue responsabilità…Qua non interessa, responsabilità..lo lascio nel mezzo è questione di vivere o morire io sono stato onesto, a lui non me lo sono cercato. La priorità mia è cosi. Siccome lui ci si è messo “aumma…aumma. Totò io ci ho rimesso i peli del culo, tu lo sai benissimo, io ho organizzato mi sono messo a disposizione degli amici. Ora che devo fare? Ma che devo fare ? Me lo devo cercare il posto, devo campare? E basta..può essere che quei ragazzi che ha da una vita che sono messi là e c’è tuo figlio che ha una vita che lavora là…e io non li vado a intaccare .. perchè non è giusto… ma non per cosa, per la mia dignità. Ora io ci posso mettere dei ragazzi che si guadagnano il pane. Io il mio me lo prendo, non ci sono santi che tengono. Sono educato, rispettoso. Mi deve venire a dire a me: ” la piazza è la tua ?”.. già con me non ci parla, appena mi vede muore. Io me lo mangio, Totò, me Io mangio sempre, lui si sta “nt’aggnuni” e pure a Ballarò lo hanno mandato a fare in culo”.