Ci vuole un clima di fiducia, questa è la chiave giusta per celebrare il congresso del Pd in Sicilia, al meglio”.
Valentina Chinnici, parlamentare regionale del Partito Democratico, cuperliana, presidente nazionale del Cidi (Centro di Iniziativa Democratici degli Insegnanti), è una voce essenziale per accostarsi all’appuntamento che i democratici siciliani stanno preparando, fra polemiche e tensioni, non soltanto nel segno delle idee.
Onorevole Chinnici, come si costruisce la fiducia in un contesto che appare, almeno, poco sereno?
“Innanzitutto, svelenendo il clima ed evitando il fuoco di accuse incrociate che esprime soltanto tossicità e allontana chi ci guarda da fuori. Così non se ne esce”.
Mica semplice, qui…
“Certo, ma è necessario avere l’abito mentale di una comunità. Per valorizzare i grandi risultati di Elly Schlein a livello nazionale, avviando pure in Sicilia un processo di risanamento delle relazioni e di crescita del consenso”.
Per esempio?
“Per esempio, cercando di scongiurare contrapposizioni tra segreteria e gruppo parlamentare. Io sono entrata nel Pd da indipendente, due anni fa. Qualcuno tra i miei elettori aveva timore, qualcuno era scettico. Tantissimi insegnanti sfiduciati sono tornati. Non possiamo deluderli”.
Il Pd siciliano come sta complessivamente? Una domanda cruciale che ripeteremo spesso, in uno scenario di sfida.
“Ho girato in lungo e in largo. C’è fame di partecipazione, c’è l’entusiasmo di tanti giovani. Sono elementi che vanno incoraggiati con fiducia, senza colpi bassi e senza disperdere un patrimonio immenso. Questo deve essere il momento della rigenerazione democratica, contro la regressione dei governi di destra”.
Il Partito Democratico, in Sicilia, come sostiene qualcuno degli oppositori dell’attuale gruppo dirigente, è ancora una ‘cosa a sé” rispetto al rinnovamento Schleiniano?
“Io so soltanto che il Pd nazionale per vincere ha bisogno del partito siciliano, che deve, come ho detto, crescere, riorganizzandosi e mantenendo una linea politica chiara, che ridia speranza ai siciliani, tenendo presente il perimetro in cui agiamo. Dobbiamo guardare verso M5s e Avs e il civismo progressista, scansando eventuali sirene centriste, di vecchio o nuovo conio”.
Nel senso che c’è chi vorrebbe… magari col tridente lombardiano…
“Questo non lo so, mi sento di escluderlo, ma è giusto chiarire subito i termini”.
Lei vuole serenità. Però le questioni sono lì, visibili. Le crepe sulle regole del congresso. Il segretario Barbagallo che è andato giù duro sulla finanziaria. E Sud chiama Nord ne ha approfittato per solidarizzare con i deputati democratici, innalzando il livello della polemica…
“Noi ci siamo opposti a una bruttissima e dannosa manovra finanziaria. Dove è stato possibile, abbiamo cercato di correggerla. Io stessa, con il gruppo, che è il più produttivo del Parlamento regionale, mi sono battuta, con gli emendamenti, per la scuola in ospedale e per la scuola agli adulti. Abbiamo fatto politica, le ‘mance’, come qualcuno le ha definite, non c’entrano. Mi aspetto che un impegno del genere venga valorizzato, non denigrato”.
Vorrebbe la prosecuzione dell’esperienza dell’attuale segreteria?
“Personalmente, auspico che ci sia un gruppo dirigente all’altezza del rinnovamento avviato da Elly Schlein. Come ripeteva Pio La Torre, poco prima di essere ucciso: ‘Da quello che faremo nelle prossime settimane dipenderà il futuro della nostra terra’”. Pio rappresenta una figura di ispirazione, come Piersanti Mattarella. Entrambi, uno comunista, uno democristiano e cattolico, anticiparono il meglio del Partito Democratico”.
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