Bulgarella chiude l'azienda | "In Sicilia lo Stato non c'è" - Live Sicilia

Bulgarella chiude l’azienda | “In Sicilia lo Stato non c’è”

Una realtà con 120 anni di storia

TRAPANI – “In Sicilia è eroe chi non fa nulla. Per 50 anni ho sognato, oggi non ci riesco più”. Lo dice l’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, 73 anni, che ha la sede aziendale a Pisa, dopo essere stato scagionato da tutte le accuse: nell’aprile dello scorso anno il gip di Firenze ha archiviato l’indagine avviata dalla Dda nel 2013, in cui l’imprenditore era accusato di associazione a delinquere con l’aggravante di aver favorito la mafia. Nell’inchiesta venivano ipotizzati anche reati finanziari ed uno stralcio, dopo l’archiviazione, è stato inviato alla Procura di Milano, per competenza. Nei giorni scorsi è arrivata l’archiviazione anche per le accuse di appropriazione indebita e concorso in truffa (reati contestati anche ai vertici di Unicredit).

“La Bulgarella Costruzioni – prosegue – azienda con 120 anni di storia, il 31 luglio chiude. Non farò mai più il costruttore. Continuerò il mio impegno come imprenditore nel settore alberghiero. Con le indagini tutte le banche mi hanno negato credito. In questi 6 anni di calvario, intanto, molti operai, per fortuna, sono andati in pensione, altri hanno avviato attività in proprio o trovato nuova collocazione”. “Da 40 anni denuncio il malaffare, eppure nessun pm ha mai pensato di ascoltarmi. Non ascoltano me, ma credono alle bugie che gli propalano alcuni pentiti – dice l’imprenditore -. Ho scelto di investire a Misurina, in Veneto, perchè in Sicilia non ci sono le condizioni per poter lavorare: non c’è lo Stato. Altri miei colleghi hanno compiuto scelte diverse. Scelte che non condivido, ma le capisco. Quando lo Stato non c’è, sono altri a dettare le regole; e tu non hai scelte, se non quella di andar via, così come ho fatto io, portandomi dietro le maestranze”. Per il costruttore trapanese “la realtà è ben diversa da quella che ci viene raccontata”: “In Sicilia non c’è un imprenditore di fuori che è venuto realmente ad investire. E’ stata azzerata l’economia reale”.

“Per aprire l’albergo della Tonnara di Bonagia ho dovuto pagare 300mila euro per opere di urbanizzazioni che non esistono e che, quindi, ho dovuto realizzare a mie spese. In Sicilia mancano le condizioni per investire, mentre sono disponibili quelle per depredare. Non ci sto preferisco fare altro”.

(ANSA).


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