PALERMO – “Le approfondite argomentazioni presentate nel corso della relazione sono, a giudizio del collegio, obiettivamente conducenti rispetto all’insussistenza di uno stato d’insolvenza attuale di Us Città di Palermo”.
I periti nominati dal Tribunale fallimentare non cambiano idea, nonostante la Procura nelle sue deduzioni avesse fatto emergere alcuni presunti errori di valutazione da parte dei periti. Nella relazione conclusiva, consegnata al giudice delegato Giuseppe Sidoti, i tre esperti Daniele Santoro, Saverio Mancinelli e Angelo Paletta confermano che “le analisi di valutazione del rischio, anche portando all’estremo le ipotesi di stress test sulla realizzabilità del credito verso Alyssa, non fanno intravedere nel breve periodo una situazione irreversibile che non possa razionalmente essere fronteggiata mettendo in atto adeguate azioni di gestione delle eventuali tensioni finanziarie”.
La vicenda Alyssa è il cuore dell’indagine. Nel 2016 l’Us Città di Palermo ha venduto tutte le partecipazioni di Mepal (Merchandising Palermo) alla lussemburghese Alyssa riconducibile alla famiglia Zamparini. Il prezzo è stato fissato a 40 milioni di euro, ma la società acquirente non aveva onorato la prima rata, scaduta il 30 giugno 2017. Nelle scorse settimane, però, è arrivato un pagamento da 11 milioni e mezzo. Secondo i pm, però, non bastava a sistemare le cose. Per la Procura la situazione economica del Palermo è ancora critica perché non c’è certezza alcuna che Alyssa riesca a salare il debito residuo di 28 milioni e mezzo di euro. Alyssa, insomma, non avrebbe le risorse per onorare le rate.
I consulenti hanno valutato lo scenario che si profilerebbe in caso di mancato pagamento alla scadenza del 31 maggio 2018: “L’Us Città di Palermo, attivando solo la garanzia reale a proprio favore, rientrerebbe comunque nella disponibilità del 100% della partecipazione in Mepal srl e senza tenere conto della possibile ulteriore escussione della garanzia fideiussoria rilasciata da Gasda (altra società del Gruppo Zamparini, ndr)”. Ed ancora: “L’effetto monetario deve ragionevolmente tenere conto della possibilità che la società possa collocare sul mercato nel medio‐lungo periodo la partecipazione in Mepal srl”.
E poi ci sarebbe sempre la possibilità di “accadimenti positivi legati alla promozione alla serie superiore” o di “ripianare il deficit di cassa attraverso il disinvestimento parziale del parco giocatori”.
Accusa e difesa si troveranno in aula il prossimo 21 marzo. Poi, il Tribunale si ritirerà per decidere.