CATANIA – Avevano trovato 110 mila euro nascosti nel controsoffitto a casa di Gianluca Impellizzeri e anche nei locali di una società. Una scoperta fatta dalla Digos durante le perquisizioni scattate a casa del “gestore di scommesse” immediatamente dopo l’arresto per il suo coinvolgimento nell’inchiesta per frode sportiva “I treni del gol”. Un ciclone giudiziario che ha investito tutto il campionato di serie B. Insieme a Impellizzeri, definito il “finanziatore” del “calciopoli” alla falde dell’Etna, furono arrestati anche il presidente Nino Pulvirenti, l’Ad Pablo Cosentino (scarcerati per revoca del Gip dopo che hanno rassegnato le dimissioni) e il direttore sportivo Daniele Delli Carri.
Ora i 110 mila euro sono stati sequestrati (come misura preventiva) dalla Digos: il Gip infatti ha accolto la richiesta da parte della Procura di Catania di porre i sigilli al denaro riconducibile all’indagato. II denaro oltre ad essere nascosto era ben diviso in diversi tagli da 500 euro, 200 euro, 100 euro, 50 euro e 20 euro. Il provvedimento ablativo, scaturito anche dalle dichiarazioni rese da Pulvirenti in sede di interrogatorio di garanzia, rimarca – secondo le tesi investigative – il ruolo di “finanziatore” di Impellizzeri del sistema di partite truccate messo in piedi da Pulvirenti e dai suoi fidati dirigenti per salvare il Catania dalla retrocessione.
Il contante sarebbe secondo gli investigatori il profitto delle operazioni di scommesse illecite pianificato grazie alle frodi sportive. Per la polizia e la procura Impellizzeri una volta avuto la certezza dei risultati delle gare “alterate” avrebbe programmato le giocate e le scommesse, con l’aiuto di diversi collaboratori che prima riforniva di denaro e poi inviava a riscuotere le vincite.