CATANIA. Tra poche ore si conoscerà la decisione dei garanti del Pd sull’espulsione di Crocetta dal partito, nel frattempo a Catania arriva il coordinatore toscano del Megafono e fa il punto sul futuro immediato del movimento. Salvatore Calleri, una militanza lunga alle spalle nei Ds prima e nel Pd dopo, arriva a Catania in veste di referente del Megafono toscano e si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Io sono un semplice iscritto del Pd toscano, Crocetta è un elemento di ricchezza e non di povertà, non capisco quale incompatibilità ci possa essere”.
“Detto questo,- aggiunge- se il Pd siciliano sceglie di suicidarsi è libero di farlo”. Callari sembra dunque incredulo circa le spaccature e le invettive del Pd siciliano nei confronti del Presidente, e tende la mano: “Io propongo al partito di fare scelte coraggiose e affrontare la questione morale interna e nello stesso tempo proseguire il cammino rivoluzionario intrapreso da Crocetta”. Calleri, inoltre, tenta di minimizzare il burrascoso rapporto a distanza tra Renzi e Crocetta, dicendo che “nel Megafono toscano ci sono tanti renziani, spero che Crocetta e Renzi decidano di incontrarsi”. Il coordinatore toscano, però, non nasconde il proprio malumore per le invettive indirizzate al Presidente da parte dei seguaci siciliani del sindaco di Firenze: “Secondo me i renziani siciliani dovrebbero essere più cauti nelle dichiarazioni che fanno contro Crocetta”.
“I rapporti con il Pd toscano sono eccellenti” dice Calleri. Diverso il caso isolano sviscerato da Caudo. A partire dal documento approvato in direzione regionale che riguardava sia la questione morale che i rapporti con il Megafono, elemento questo che non ha permesso a molti “movimentisti” di votarlo. “Questo è un tatticismo non sincronizzato con la società” tuona Caudo che poi lamenta la querelle legata alla doppia appartenenza. “La doppia militanza già esiste. Ci sono l’area Dem, Rifay Pd, Liberal, i giovani turchi e c’è pure il Megafono”. “Noi abbiamo fatto le liste perché ci è stato chiesto da Bersani e dalla direzione regionale. Un partito stanco come il Pd ha bisogno di energie nuove. Non si può escludere la partecipazione di migliaia di persone”.
“Io non so – continua – quali decisione prenderà la commissione nazionale di garanzia (che come dirigente regionale rispetto) però mi pongo una domanda: ‘Qual è il vero problema?’. Caudo si dà una risposta. “Tenendo conto che ci sono altre formazioni che militano all’interno del Pd (come l’area che fa riferimento al mondo del lavoro che è ben più organizzata del movimento), forse il problema è che il partito chiede un maggiore rapporto di condivisione con il Governatore”. Una formula che indica “il rimpasto”. Una proposta irricevibile se si tiene conto del modo di gestione del Presidente. “Quando abbiamo deciso di candidare Crocetta lo abbiamo fatto optional inclusi. Io propongo invece al partito di fare scelte coraggiose e affrontare la questione morale interna e nello stesso tempo proseguire il cammino rivoluzionario intrapreso dal Presidente.”