Calo vendite in città |La Uil:"Segnale grave" - Live Sicilia

Calo vendite in città |La Uil:”Segnale grave”

Il crollo dei consumi nei centri commerciali preoccupa la Uil cittadina. Il segretario, Angelo Mattone (nella foto): "A Catania, la miopia e i calcoli delle istituzioni politiche hanno prodotto la più alta concentrazione di centri commerciali d’Europa".

 

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CATANIA – “Il crollo delle vendite nei centri commerciali in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno è preoccupante. Ma a Catania, dove la miopia e i calcoli delle istituzioni politiche hanno prodotto la più alta concentrazione di centri commerciali d’Europa, la situazione ha già superato ogni livello d’allarme. E’ un segnale della crisi generale dei consumi, ma anche un indicatore di malessere profondo di un comparto che conta ben 5 mila occupati diretti nella nostra provincia. E il 27 chiuderà l’ipermercato Aligrup all’interno del centro Le Zagare, senza che nessuno a oggi ci abbia saputo dire quando e chi riaprirà”.

Lo affermano il segretario generale della Uil di Catania, Angelo Mattone, e il segretario provinciale dell’organizzazione di categoria Uil-Tucs, Giovanni Casa, che spiegano: “Uno studio Nielsen-Confimprese ha appena rilevato nel rapporto 2011-2012 una flessione superiore al 6 per cento nel Sud Italia e in Sicilia. Questo dato è di tre volte superiore a quello nazionale. Uil e Uil Tucs di Catania, però, sottolineano come nella provincia etnea il calo delle vendite sia ormai a doppia cifra, avendo toccato e oltrepassato il 10 per cento con picchi decisamente più inquietanti in alcuni dei nove centri commerciali etnei. I casi Le Zagare-Aligrup sono i più eclatanti e i lavoratori non possono certo consolarsi con la Cassa integrazione, perchè propone a migliaia di famiglie un presente di stenti e l’incubo di incerte prospettive future”. Mattone e Casa concludono chiedendo “un ripensamento delle politiche commerciali in Sicilia e soprattutto a Catania con soluzioni mirate non solo alla doverosa salvaguardia dei livelli occupazionali ma anche al rilancio del lavoro buono e della produttività in una provincia in cui molti si sono ormai rassegnati a tagliare persino i consumi vitali, essenziali: cioè, i prodotti per la salute e per l’alimentazione”.


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