CamCom sud-est, le associazioni: |"Vigileremo su controllo e legalità" - Live Sicilia

CamCom sud-est, le associazioni: |”Vigileremo su controllo e legalità”

La riunione ha avuto lo scopo di segnalare nuove e importanti denunce di false adesioni.

L'assemblea pubblica
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CATANIA – Si è svolta a Catania l’assemblea pubblica congiunta di associazioni dell’industria, dell’artigianato, della cooperazione, dei servizi e del commercio. Un evento finalizzato all’avvio da parte dei soggetti partecipanti della procedura per la costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa. La riunione ha avuto lo scopo di segnalare nuove e importanti denunce di false adesioni che sarebbero state presentate proprio in questi giorni; stigmatizzare il comportamento del presidente della Regione Crocetta, dell’assessore Mariella Lo Bello, e di quei partiti e movimenti politici, che sostengono la maggioranza, che finora – secondo il loro parere – non avrebbero assunto alcuna posizione formale, rispetto alla gravissima vicenda della costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa. 

L’assemblea, partecipata da numerosi imprenditori delle tre province, oltre ad approfondire le principali anomalie fin qui emerse, ha evidenziato il fatto che, in base alle notizie apprese, due ulteriori importanti imprese, di rilievo anche nazionale e che rappresentano da sole 1.119 addetti, hanno disconosciuto in questi giorni la loro appartenenza alla Confcommercio di Catania che le aveva dichiarate tra le proprie imprese associate. E sembrerebbe che altre importanti realtà, di pari livello, si accingerebbero a produrre ulteriori analoghe dichiarazioni. “Basterebbero solo questi dati” è stato dichiarato “per fare allarmare il presidente Crocetta che con la firma del decreto rischierebbe, consapevole, di avallare falsi conclamati. Invece, paradossalmente, il Collegio di garanzia, istituito con decreto, per fare i controlli su quanto da noi denunciato, che da solo dimostra la consapevolezza del Governo sulle gravi irregolarità emerse, è stata messo a binario morto. Cosi come lettera morta sono rimasti gli annunci del presidente Crocetta di nomine di “supercommissari” deputati a verificare la regolarità dei dati e delle procedure. Dei controlli nessuno parla più. Come si giustifica? Domanda che dovrebbe inquietare ancor di più Crocetta dopo che il MISE ha confermato che la competenza dei controlli è del Presidente della Regione, fatto peraltro chiaramente esplicitato dalla legge”. 

Tali mancate iniziative – hanno dichiarato ancora – nei controlli confermano come si stia concretizzando, nella più assoluta, sorda e arrogante protervia del governo della regione e nella assoluta mancanza di iniziativa da parte di alcuni dei partiti che lo sostengono, un fatto gravissimo, che riguarda una delle principali istituzioni pubbliche del territorio, la grande Camera di Commercio del sud-est, che, nella prospettiva del processo di unificazione, e alla luce dei nuovi compiti assegnati dalla riforma Madia, diventerà di fondamentale interesse per le imprese”. “E’ infatti gravissimo” continuano le associazioni “il fatto che il Presidente della Regione, così come sembra, nella sua qualità di pubblico ufficiale, e con le responsabilità che da tale stato a esso derivano, intenda procedere con la firma e l’emanazione del decreto di insediamento del consiglio camerale nonostante la consapevolezza delle irregolarità emerse e nonostante il fatto che è aperto un fascicolo di indagini presso la Procura della Repubblica di Catania, con relativi iscritti al registro degli indagati, e che è pendente un ricorso al TAR di Catania. Se ciò dovesse determinarsi, tanto Il presidente Crocetta e l’assessore Lo Bello, quanto i partiti che, pur consapevoli, non interverranno formalmente, si macchieranno, per diretta responsabilità o per omesso intervento, del consolidarsi degli effetti delle irregolarità senza avere promosso alcuna verifica di merito rispetto alla loro effettiva sussistenza. E il fatto ancora più inquietante è che lo stesso Governo Crocetta, paradossalmente, con comportamento diametralmente opposto a quello che oggi intenderebbe seguire, ha senza evidente ragione alcuna, bloccato, ormai da oltre 3 anni, l’insediamento del Consiglio della Camera di Commercio di Catania, quello sì atto dovuto per il fatto che la sua composizione derivava da sentenze esecutive di un Tribunale della Repubblica. E guarda caso i beneficiari di entrambe le scelte, tra loro appunto contraddittorie, sono sempre gli stessi. Perché? Cosa si cela dietro questi comportamenti?”. 

Le domande poste sono quindi assai semplici: “perché Crocetta non ha proceduto due anni fa ad insediare il Consiglio della Camera di Commercio di Catania, legittimato da una sentenza, e forza oggi l’insediamento della Supercamera del sud-est pur essendo consapevole delle gravi irregolarità emerse ed accertate? Perché non si vogliono fare i controlli che vengono chiesti da oltre un anno? Perché sembra si voglia oggi accelerare? Cosa si cela dietro a questi stop e a queste inusitate accelerazioni? Perché i controlli, chiesti ormai da un anno, non vengono fatti? Non erano Crocetta, e i partiti che lo sostengono, i paladini della legalità? Dove sono andati a finire i principi di legalità se si ignorano fatti acclarati e si precede nel consolidare le irregolarità? Una cosa è certa: verranno denunciati, in tutte le sedi, civili e penali, i gravi fatti che stanno continuando a consolidarsi. E verranno in dettaglio spiegate alle imprese siciliane dei diversi settori la violenza e la protervia con la quale si sta manifestando un potere cosi lontano dai cittadini e dalle imprese e dai loro interessi.

“La legalità” chiedono i rappresentanti delle associazioni ai partiti della maggioranza “è a corrente alterna? Vale per le presunte firme false a corredo delle liste per le elezioni comunali a Palermo e non vale per le false dichiarazioni di appartenenza delle imprese? Le Camere di Commercio non sono enti pubblici al pari dei comuni? Perché in un caso ci si scandalizza e in un altro caso si fischietta e ci si volta dall’altra parte? E come fanno i partiti a sostegno del governo a parlare di riforme rispetto all’imminente referendum del 4 dicembre se nel frattempo consentono il consolidamento delle peggiori pratiche del passato alle quali ci ha abituato la politica in Sicilia? Una cosa è certa” concludono le associazioni “rispetto a queste domande, e soprattutto alle risposte che arriveranno, sapremo come comportarci al momento di esprimere il nostro voto politico e la nostra scelta nei confronti dei partiti”.

 

 

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